Fondazione Fare Cinema
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locandina di "E Io Ti Seguo"

Cast

Interpreti:
Yari Gugliucci (Giancarlo Siani)
Antonio Manzini (Santilli)
Roberto De Francesco (Tore)
Ninni Bruschetta (Comandante Starace)
Carlotta Natoli (Chiara)
Ginestra Paladino (Daniela)
Pino Calabrese (Caporedattore Castellamare)
Stefania Di Nardo (Lella)
Angelo Curti (Angelo)
Agostino Chiummariello (Lorenzo)
Francesco Ruotolo (Funzionario)
Enzo Ianniello (Redattore Napoli)
Federico Torre (Malfattore)
Roberto Nigro (Imprenditore Torrese)
Francesco Maria Dominedo' (Pentito)
Peppe Miale (Cronista Questura)
Cinzia Mirabella

Soggetto:
Maurizio Fiume

Sceneggiatura:
Maurizio Fiume
Stefano Muti

Musiche:
Vittorio Cosma

Montaggio:
Alessandro Corradi

Costumi:
Gennaro Fiumara
Rosario Zaccaria

Scenografia:
Mario Pettinari
Ottavio Rinaldo

Fotografia:
Mario Amura

Suono:
Luca Bertolin
Alberto Fasulo

Aiuto regista:
Gennaro Fasolino

Produttore:
Maurizio Fiume

E Io Ti Seguo


Regia: Maurizio Fiume
Anno di produzione: 2004
Durata: 80'
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico
Paese: Italia/Francia/Spagna/Cuba
Produzione: Icarowebfilm
Distributore: Indipendenti Regionali
Data di uscita: 11/06/2004
Formato di proiezione: 35 mm
Titolo originale: E Io Ti Seguo
Altri titoli: Giancarlo. Il Caso Siani - I Will Follow

Sinossi: Giancarlo, un giovane napoletano animato da una grande passione per il giornalismo viene chiamato come corrispondente a Torre Annunziata per il quotidiano "Il Mattino" di Napoli. Inizia ad indagare sulla malavita e nonostante le difficoltà non demorde. Le sue intuizioni lo portano così lontano da essere considerato dal capoclan Gionta un personaggio troppo scomodo.

Sito Web: http://

Ambientazione: Napoli / Torre Annunziata (Na) / Castellamare di Stabia (Na)

Budget: 300.000 euro

Note:
Il film "E Io Ti Seguo" liberamente ispirato alla storia di Giancarlo Siani, il giornalista de Il Mattino ucciso il 23 settembre 1985, a 26 anni, dalla camorra per aver fatto il proprio mestiere di cronista.
Per questo film, alcuni giornalisti (Comitato di Redazione del Mattino e Comitati di redazione dell'Assostampa Campana) hanno censurato il film e impedito a me di replicare.
La prima inchiesta viene avviata il 25 settembre 1985 dal Procuratore Capo della Procura di Napoli, Francesco Cedrangolo, e si conclude con l’arresto di Alfonso Agnello, un piccolo pregiudicato di Torre Annunziata, rilasciato dopo una decina di giorni grazie ad un alibi inattaccabile.
La seconda inchiesta avviata il 19 ottobre 1987 dal Procuratore generale della Repubblica, Aldo Vessia, conduce all’arresto di Giorgio Rubolino.
Il 22 dicembre 1988 il Giudice Istruttore Guglielmo Palmieri stabilisce che la strada intrapresa fino a quel momento non era quella giusta e proscioglie tutti.
L’inchiesta prende una nuova piega quando, il 19 agosto 1993, Salvatore Migliorino, affiliato al clan di Valentino Gionta, si pente e confessa al Pubblico Ministero, Armando D’Alterio, di conoscere chi ha assassinato il giovane giornalista napoletano.
Nel novembre del 1994 le indiscrezioni del pentito Gabriele Donnarumma, cognato di Gionta, portano alla soluzione del caso.
Il 15 Aprile 1997 la sezione della Corte D’assise di Napoli condanna all’ergastolo sei camorristi tra cui Angelo Nuvoletta, Valentino Gionta e Luigi Baccante come mandanti dell’assassinio. La sentenza viene confermata in Appello il 7 luglio 1999.
Il Caso si concluderà solo il 17 maggio 2001, a ben 16 anni dalla morte del giovane giornalista, con l’arresto del mandante dell’omicidio, Angelo Nuvoletta.
Il film è stato prodotto senza alcun contributo pubblico e prevendita televisiva come avviene per tutti i film italiani.
La consulenza giornalistica è di Nello Cozzolino.


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