Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Hotel Sarajevo"

Hotel Sarajevo


Regia: Barbara Cupisti
Anno di produzione: 2022
Durata: 90'
Tipologia: documentario
Genere: guerra/sociale
Paese: Italia
Produzione: Clipper Media, Istituto Luce; in collaborazione con Rai Cinema
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Reggi & Spizzichino
Titolo originale: Hotel Sarajevo

Sinossi: A trent’anni dalla guerra nei Balcani e dall’assedio di Sarajevo, uno dei più lunghi della storia moderna, tre generazioni si raccontano: Boba, fixer di guerra, Zoran che aveva solo tredici anni, Belmina che non era ancora nata.
Un confronto nella memoria e nel trauma, per provare a superarlo.
L’hotel Holiday Inn di Sarajevo, “casa” di molti corrispondenti stranieri e troupe televisive ascolterà e unirà queste storie.
Hotel Sarajevo ripercorre insieme ai suoi protagonisti alcune delle vicende del conflitto nella ex-Jugoslavia per raccontare le ferite di una guerra avvenuta nel cuore dell’Europa.

Sito Web: http://

Ambientazione: Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) / Bosnia-Erzegovina

"Hotel Sarajevo" è stato sostenuto da:
MIBACT
Regione Lazio


Note:
I PROTAGONISTI

La guerra è arrivata a Sarajevo di lunedì. Era il 6 aprile del 1992.
Tutti dicevano che la guerra non ci sarebbe stata.
E se anche ci fosse stata non sarebbe mai arrivata a Sarajevo
.”
Zoran

Zoran Herceg, artista, scrittore e fumettista. All’epoca della guerra era un ragazzo, diventerà un profugo che dovrà riflettere sul senso di se stesso, del suo essere jugoslavo e ancora vivo.

Boba Lizdek, fixer di guerra. All’epoca aveva ventisei anni. Era la figura dinamica che, entrando e uscendo dall’Holiday Inn, rappresentava un ponte di comunicazione tra il conflitto che avveniva fuori dall’hotel e la stampa occidentale che lì soggiornava.

Entrambi ripercorrono la propria memoria per il trentennale dell’assedio di Sarajevo: Boba attraverso la sua mostra sull’Holiday Inn al Museo Storico di Sarajevo e l’impegno nell’Hotel History Foundation, con lo scopo di ricostruire la memoria storica degli hotel di guerra in varie parti del mondo; Zoran attraverso la ricerca per il suo fumetto.
Il legame tra l’Holiday Inn e Boba è profondo. Lì nasce anche la sua storia d’amore con il cronista francese Paul Marchand. Un amore che si è acceso nel mezzo delle bombe e che le ha permesso di sopravvivere alla guerra.
Il viaggio di Zoran svela le dinamiche degli equilibri etnici e confessionali contenuti negli accordi di Dayton, che rischiano di alimentare le divisioni piuttosto che aiutare a superarle.
Zoran e Boba incontrano, proprio all’Holiday Inn, la giovane executive manager Belmina Bajrović. Nel loro incontro si confrontano tre generazioni: quella di Boba che ci fa attraversare passato e presente, quella di Zoran, costretto a fuggire all'estero con un convoglio della Croce Rossa, che ci porta nell'attualità attraverso l'analisi della sua memoria personale e il suo fumetto, quella di Belmina, che non era ancora nata.
È Zoran a condurci nella sua storia e nei luoghi della sua vita. Da quel momento parte la ricerca e gli incontri per ricomporre il passato con il presente, la Storia con la vita quotidiana.
La mia guerra è finita quando avevo diciassette anni. Ora che ne ho quarantatré, i colpi di mortaio li sento ancora. Arrivano da un altro paese che, come il mio, si sente parte d’Europa”.

ALTRI INCONTRI

Con Zoran scopriamo anche agli aspetti culturali e artistici di Sarajevo, mai venuti meno, neppure nei momenti più bui.
Incontriamo Nihad Kresevljakovic, direttore dell’International Theater Festival MESS e regista, insieme al fratello Sead e Nedim Alikadic, del documentario “Ti ricordi di Sarajevo?”. Indagheremo con loro la rappresentazione della memoria nell’arte e nel video.
Incontreremo Bakira Hasesic, una delle circa venticinquemila donne violentate tra il 1992 e 1995 durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Bakira da anni lotta per rompere il silenzio e nel 2003 ha fondato l’associazione Zenezrtve Rata (Donne vittime della guerra), con sede a Sarajevo, che unisce donne musulmane, serbe, croate e rom. Ha raccolto oltre cinquemila testimonianze di donne vittime degli stupri di guerra.
Incontriamo Bekir Halilović e Valentina Gagić Lazić di Adopt Srebrenica. Bekir ha perso il padre durante il genocidio. Il suo trauma li contiene tutti: una generazione senza padri in cerca di un’identità. Insieme sperano di cambiare le cose, cercando di ridare vita a Srebrenica attraverso l’arte e il recupero della memoria.


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