Fondazione Fare Cinema
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Cast

Interpreti:
Donatella Finocchiaro (Caterina)
Nino Frassica (Alfonso Giordano)
Francesco Foti (Salvatore)
Pierluigi Corallo (Pietro Grasso)
Vincenzo Crivello (Franco)
Manuela Ventura (Rita)
Chiara Cavaliere (Anna)
Mario Ciaramitaro (Giacomo)
Davide Paganini (Michele)
Antonio Avella (Luca)
Roland Litrico (Carlo fruttivendolo)
Fabio Orso (Antonino Rizzo)
Saverio Sant'Angelo (Giuseppe Pitarresi)
Federico Galante (Ninni Cassara')
Paolo Giangrasso (Giovanni Falcone)
Gaetano Aronica (Paolo Borsellino)

Soggetto:
Simona Ercolani

Sceneggiatura:
Pietro Calderoni
Ivan Russo

Musiche:
Filadelfo Castro

Montaggio:
Paolo Vanghetti

Costumi:
Luigi Bonanno

Scenografia:
Maria Rita Cassarino

Fotografia:
Nicola Savaral

Suono:
Antonio Barba

Casting:
Elisabetta Curcio

Produttore:
Simona Ercolani

Consulenza storica:
Francesco La Licata

Script editor:
Filippo Gentili

Curatore:
Tommaso Vecchio

Supervisione produzione:
Teresa Carducci

Produzione esecutiva:
Grazia Assenza

Produttori Rai:
Marta Aceto

Produttori Rai:
Mirco Da Lio

Io, una Giudice Popolare al Maxiprocesso


Regia: Francesco Micciche'
Anno di produzione: 2020
Durata: n.d.
Tipologia: film-tv
Genere: criminalità/drammatico
Paese: Italia
Produzione: Stand by Me; in collaborazione con Rai Fiction
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Rai Fiction / Nicoletta Gemmi
Titolo originale: Io, una Giudice Popolare al Maxiprocesso

Sinossi: Sicilia, 1986. Caterina è una giovane insegnante di Cefalù, soddisfatta della sua vita. È felicemente sposata con Salvatore, un piccolo antiquario, e ha un figlio adoloscente, Luca, appassionato di calcio. Un giorno la sua tranquilla quotidianità viene interrotta da una convocazione del tribunale di Palermo. È stata sorteggiata come giurata popolare nel Maxiprocesso, istruito dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con il quale per la prima volta nella storia lo Stato italiano porta alla sbarra killer e capi mafia, accusati di aver costituito un’associazione criminale detta Cosa nostra sotto il controllo di un vertice chiamato “Cupola”. Caterina è spiazzata: è un impegno gravoso e anche pericoloso, ma convinta dai giudici e spalleggiata dal marito accetta. E la sua vita ne esce stravolta. Deve lasciare il lavoro e recarsi ogni giorno nell’aula bunker di Palermo per assistere alle udienze. Davanti a lei sfila gente spietata responsabile di centinaia di omicidi di altri mafiosi e di gente qualunque. È un’esperienza che la sciocca profondamente. Ma soprattutto è il suo privato a non essere più lo stesso. Il figlio Luca, sentendosi trascurato, diventa aggressivo e ostile. Il negozio del marito viene vandalizzato dai mafiosi e l’uomo chiede alla moglie di lasciare il processo e tornare alla vita di prima. Caterina è spaventata, combattuta, sul punto di cedere, ma resiste. Grazie al sostegno di Giordano e Grasso, giudici del processo, all’amicizia di Rita, un’altra giurata, e al cambio di atteggiamento del marito e del figlio, che dopo le prime incomprensioni finiranno per supportarla, Caterina resta al suo posto fino alla fine, prendendo parte alla Camera di Consiglio che stabilirà, nel dicembre del 1987, pene pesantissime per gli accusati. Un colpo terribile alla mafia siciliana, inferto anche grazie al coraggio e al senso civico di Caterina.

Sito Web: http://

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