Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Je So' Pazzo"

Cast

Con:
Michele Fragna
Collettivo “Je so' Pazzo”

Soggetto:
Andrea Canova

Sceneggiatura:
Andrea Canova

Musiche:
Patrizia Laquidara
Ciro Riccardi
Ivan D'Alessandro

Montaggio:
Andrea Canova

Fotografia:
Andrea Canova

Suono:
Ivan D'Alessandro (Presa Diretta)
Andrea Santini (Sound Design e Mix)

Produttore:
Ramona Tripodi

Color Correction:
Simona Infante

Organizzatore Generale:
Ramona Tripodi

Progetto Grafico:
Salvatore Caruso (II)

Je So' Pazzo


Regia: Andrea Canova
Anno di produzione: 2018
Durata: 73'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Inbilico Film
Distributore: Inbilico Film
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: 1080p Full HD (24fps)
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Rosa Criscitiello
Titolo originale: Je So' Pazzo

Recensioni di :
- NAPOLI FILM FESTIVAL 20 - "Je So' Pazzo"

Sinossi: Il documentario Je so' Pazzo di Andrea Canova racconta un luogo, l'ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Sant'Eframo Nuovo, intrecciando passato e presente, memoria e trasformazione di uno degli edifici storici più grandi di Napoli. Chiuso nel 2008 perchè ritenuto inagibile, questo immenso carcere ricavato dentro le mura di un vecchio monastero del '600 è stato riaperto a Marzo 2015, dopo sette anni di abbandono istituzionale.
Il film ne indaga la storia e le tracce di memoria rimaste, attraversandone i lunghi corridoi, le stanze abbandonate, le celle con ancora le giunture a terra dei letti di contenzione. A riempire di umanità, e di verità, il corpo svuotato e la geografia senza tempo di un luogo che sembrava essere dimenticato, c'è la testimonianza diretta e poetica di un ex detenuto di Sant'Eframo (Michele Fragna) e dei ricordi conservati nei suoi diari. Ricordi amari, spesso atroci, ma anche poetici ed esistenziali, che formano un resoconto umano inedito e controverso di ciò che succedeva dentro quelle mura inaccessibili, nel buio umido e fetido delle celle, in mezzo alla polvere e alla sporcizia di una struttura carceraria repressiva e sovraffollata, considerata obsoleta già ai tempi di Basaglia.
I ricordi e le suggestioni del passato svaniscono nelle ore d'aria, dietro i chiostri seicenteschi e i cancelli che oggi sono stati riaperti, lasciando spazio alle immagini di un presente fatto di colori e di bambini che giocano a pallone, di giovani che recuperano spazi angusti e degradati ripulendoli da cima a fondo, per farne un uso civico e condiviso, partendo dai bisogni comuni: c'è una palestra, un teatro, un ambulatorio, un campo da calcetto e molte altre stanze sono state riaperte e riadibite a doposcuola, a laboratori didattici e creativi, a sportelli di mutuo soccorso. Dopo un anno di occupazione, l'ex-Opg non è mai stato così aperto, vivo e frequentato.
Il film osserva l'attuale processo di trasformazione, intrecciandolo con il racconto del passato, di quello che per secoli è stato un luogo di pena e di sofferenza in ciò che potremmo definire oggi un Bene Comune, interrogandosi sui significati più profondi, e le tematiche più attuali, che emergono dal forte contrasto tra reclusione e libertà, oblìo e memoria, normalità e pazzia; e da un crescente bisogno di cambiamento sociale che si esprime e si concretizza proprio a partire dal recupero collettivo di un luogo e della sua memoria, che oggi appartiene a tutti.
Fatto con poco, scritto in corso d'opera, filmato e montato dal regista Andrea Canova tra Marzo 2016 e Aprile 2017, Je so' pazzo è una piccola pazzia produttiva di Inbilico Teatro & Film, giovane etichetta di produzione artistica indipendente, con sede a Napoli, che si è avvalsa anche delle donazioni dei sostenitori che hanno partecipato alla raccolta fondi (Maggio-Luglio 2017) lanciata per poter finalizzare il film, oltre che del contributo tecnico e artistico di alcuni professionisti del settore musicale e audiovisivo come Ciro Riccardi, Patrizia Laquidara, Andrea Santini e tutti coloro che hanno abbracciato il progetto.

Sito Web: https://inbilicoteatro.org/je-so-pazzo/

Ambientazione: Napoli

Note:
Le immagini di repertorio presenti nel documentario sono tratte da “Ricordi in Super8” - Manicomio Giudiziario di Palermo (anni '60) – Associazione Culturale “Flavio Beninati”; Teatro Raggio di Sole - OPG di Sant'Eframo Nuovo di Napoli (lavoratorio teatrale a cura di Bruno Minotti).
Fonti e citazioni tratte da: “I diari di Michele Fragna” (conservati presso la cooperativa editoriale “Sensibili alle foglie”); “Se non t'importa il colore degli occhi” di Dario Stefano Dell'Aquila; “Vito il recluso” a cura di Francesco Maranta.


Video


Foto