Fondazione Fare Cinema
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La Guardiana delle Alpi


Regia: Manuele Cecconello
Anno di produzione: 2016
Durata: n.d.
Tipologia: documentario
Genere: etnologico/sociale
Paese: Italia
Produzione: Prospettiva Nevskij
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: HD, colore
Titolo originale: La Guardiana delle Alpi

Sinossi: Mara ha quasi cinquant’anni, i capelli corvini, la risata accesa e oltre trent’anni di esperienza in rifugio. Sta quasi tutto l’anno al Pontese, 2200 metri nel bacino del Piantonetto (Locana, Torino), il cuore di roccia del Gran Paradiso. Nadia compirà quaranta anni l’estate dell’anno prossimo, quando farà ritorno al rifugio Gonella, un guscio di alluminio a 3070 metri affacciato al ghiacciaio del Dome che è il punto di partenza per la via italiana al Monte Bianco. Si porterà dietro i suoi acquarelli e i fogli di cotone sui quali stende paesaggi innevati e profili di montagne. Monica, timida e riservata, conduce il rifugio del Bosconero, ai piedi delle Dolomiti bellunesi, sempre in compagnia di Lucky, il collie che con lei si inoltra per lunghe camminate tra le pinete della valle di Zoldo.
Queste tre donne hanno fatto scelte di vita che richiedono abnegazione e fatica, sacrificio e spirito di adattamento, ma anche grandi gratificazioni esistenziali. In seno alla natura e alla durezza delleì rocce, Mara, Nadia e Monica vivono una vita piena, al servizio degli alpinisti ma in contatto con loro stesse. Mara ha saputo rinnovare la clientela del rifugio che gestisce grazie a iniziative gastronomiche, attività per bambini (lei che ha due figli adolescenti che vede di rado durante la stagione) e uno stile di conduzione molto socievole che avvicina anche i non esperti alla montagna.
Per lei accoglienza e responsabilità sono le parole d’ordine. Nadia è sensibile e introspettiva: nei suoi acquarelli descrive una pace interiore che solo la montagna sa darle. A quella altitudine devi avere però anche le gambe forti e molto fiato per affrontare ogni giornata: la sua sfida per il 2016 è affrontare i cambiamenti climatici che influenzano il comportamento del ghiacciaio (con alti rischi per gli escursionisti) e fornire sempre un servizio all’altezza. Monica è l’esempio di come si innova la cultura del rifugista: da ragazza trasformò il casale del Bosconero in un rifugio a metà tra tradizione e tecnologia dotandolo – unico in Italia – di un impianto di fitodeopurazione, banda larga e turbine per acqua calda e elettricità. La sua figura esile ha una capacità contagiosa di trasmettere la passione di stare dentro alle vicende del mondo, anche se ai più la sua vita in montagna potrebbe far pensare il contrario.
Le storie quotidiane di queste donne – la loro attività, la passione per la natura, la sensibilità – si intrecciano nel nostro racconto disegnando una via femminile all’accoglienza, alla cultura alpina e alla solitudine. Quando oggi molti rifugi sono sempre più simili ad alberghi, costruiti o ristrutturati per soddisfare le leggi del commercio e dei “grandi numeri”, le tre donne protagoniste del nostro racconto vivono l’amore per il proprio lavoro come il modo di “stare” in montagna, accogliendo adulti e ragazzi, informando, nutrendo con sane specialità territoriali e presidiando l’ambiente.

Sito Web: http://

Ambientazione: Locana (TO) / Ghiacciaio del Dome (Monte Bianco) / Rifugio del Bosconero

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