Sinossi *: Carlo è un uomo d’affari che non crede più in niente.
La crisi economica, innescata da prodotti finanziari drogati da un’ingorda attività speculativa, lo ha colpito in pieno, sia nel portafoglio sia nell’anima (anima che però lui non sa di possedere). Decide così di prendersi una pausa e di raggiungere per un fine settimana sua sorella nel Salento, ad Alessano, dov’è sepolto don Tonino Bello.
Proprio durante questo viaggio, fisico e spirituale, grazie ad una serie di segni eccezionali, sperimenterà concretamente il reale messaggio del vescovo di Molfetta e per questo motivo avverrà in lui un cambiamento radicale.
Carlo compie un piccolo percorso di ritrovamento di se stesso e rievoca, attraverso la gente che incontra e le sue azioni, i valori che don Tonino ha promosso nel corso della sua vita. Un percorso che lo porterà a confrontarsi con una vita migliore, una vita più sana e felice. E’ come se, grazie alle parole e agli insegnamenti del grande Vescovo salentino, per la prima volta Carlo scoprisse che l’intelligenza è dei semplici e dei puri, mentre la stupidità è dei cinici. E il senso dell’esistenza che gli si spalanca davanti, una volta arrivato alla tomba di don Tonino, è come un’epifania luminosa.
Note:
“L’anima attesa” è un film voluto da Pax Christi, il movimento pacifista di cui don Tonino Bello è stato presidente dal 1985 al 1993, e da Mosaico di Pace, la rivista fondata da don Tonino Bello. “L’anima attesa”, però, è anche il film di tutti, fortemente voluto per il ventennale dalla morte del Vescovo di Molfetta, e finanziato grazie alla campagna “Adotta un fotogramma” da chi conosceva don Tonino personalmente o soltanto attraverso la sua opera.
La pellicola è nata da un’idea di Edoardo Winspeare e Carlo Bruni. Non è un lavoro a carattere biografico, ma è un’opportunità per divulgare, attraverso passaggi metaforici, il pensiero di don Tonino su due temi di stringente attualità: l’economia (basata su un modello economico ingiusto e fuori controllo “che produce dipendenza, fame, miseria nei Sud del mondo e la distruzione dell’ambiente naturale” - don Tonino, Arena di Verona 30 aprile 1989) e la politica (“perché nasca un nuovo ordine di giustizia e di pace dobbiamo accendere, con quella della pietà, la lampada della politica, intesa come maniera esigente di vivere l’impegno umano e cristiano al servizio degli altri” - don Tonino Bello, Vegliare nella notte). Curiosità, amorevolezza, desiderio di comprendere. Winspeare ha scelto di descrivere gli aspetti più legati all’impegno del vescovo di Molfetta in Pax Christi, ma anche l’impegno di un uomo di fede nella vita di ogni giorno, di una figura che, nonostante l’eccezionalità del processo di beatificazione, è sempre stato un uomo tra gli uomini.
Evidente nel film è la sua autorità morale, quella che manca ai giorni nostri. Don Tonino Bello è stato un esperto di umanità, capace di diffondere un concetto di pace costruita sulle relazioni, sulle piccole esperienze, ma anche sulle grandi imprese come la marcia dei 500 a Sarajevo.