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locandina di "L'Uomo dal Fiore in Bocca"

L'Uomo dal Fiore in Bocca


Regia: Gabriele Lavia
Anno di produzione: 2021
Durata: 103'
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico/teatrale
Paese: Italia
Produzione: One More Pictures, Rai Cinema
Distributore: Rai Play
Data di uscita: 30/12/2021
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: L'Uomo dal Fiore in Bocca

Sinossi: La narrazione si svolge durante una notte piovosa d’estate. Nella sala d’aspetto di una stazione ferroviaria in Sicilia ci sono due persone. Uno è “l’uomo dal fiore in bocca”, che all’inizio vediamo fronteggiare e minacciare una misteriosa donna che lo aspetta fuori dalla stazione. L’altro è "il pacifico avventore", che invece ha perso il treno per colpa dei pacchetti regalo che ha fatto alle donne della sua famiglia. È così che incontra l’uomo dal fiore in bocca, che arriva in suo soccorso e che subito instaura con lui un rapporto di grande fiducia e complicità. I due si raccontano la loro vita, ma mentre il pacifico avventore parla delle sue frustrazioni a casa, l’altro sembra voler indirizzare tutto verso un unico argomento: la morte.

Sito Web: http://

Ambientazione: Modugno

Periodo delle riprese: Dal 31 agosto 2020 per tre settimane fino al 20 settembre 2020

"L'Uomo dal Fiore in Bocca" è stato sostenuto da:
Regione Puglia
Apulia Film Commission (Apulia Film Fund)
MIBACT
Regione Lazio
Unione Europea


Libro sul film "L'Uomo dal Fiore in Bocca":
"L'Uomo dal Fiore in Bocca"
di Luigi Pirandello, 1923
Il protagonista è un uomo malato di un epitelioma, un tumore (il fiore in bocca), quindi quest'ultimo è prossimo alla morte; questa sua situazione lo spinge a indagare nel mistero della vita e a tentare di penetrarne l'essenza. Per chi, come lui, sa che la morte è vicina, tutti i particolari e le cose, insignificanti agli occhi altrui, assumono un valore e una collocazione diversa. L'altro personaggio è un avventore del caffè della stazione, dove si svolge tutta la scena; un uomo qualsiasi, che la monotonia e la banalità della vita quotidiana hanno reso scialbo, piatto e vuoto a tal punto che il dialogo tra lui e il protagonista finisce col diventare un monologo, quando quest'ultimo gli rivela il suo terribile segreto.
La morte prevista e la morte imprevista. La vita non ha nessun valore in sé, ma quando l'individuo - sulla strada della morte - la osserva, anche i gesti quotidiani insignificanti acquistato un valore vitale. Immaginarsi simile alla stoffa significa affidarsi a cose che sembrano eterne. La vita non si conosce, però si sente il bisogno di viverla e a disprezzarla quando la morte è prevista, in modo da potersene andare con meno dolore.[1]



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