Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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I personaggi del film "Notturno Bus"


I personaggi del film
Francesco Pannofino e Valerio Mastandrea
Franz (Valerio Mastandrea): È un autista d’autobus, pigro e dall’aria arresa, ma dall’aspetto simpatico e arguto. Franz ha lasciato l’università ad un passo dalla laurea in filosofia, ripiegandosi su un lavoro sicuro e modesto. E scegliendo il turno di notte, per guadagnare di più. Guidare l’autobus gli permette però anche di avere pochi essenziali contatti con gli altri e un punto di osservazione singolare sul mondo che gli scorre accanto. Le sue giornate sono scandite dalla routine quotidiana che lo fa vivere in un presente sospeso e senza tempo, e dalla passione per il poker. Franz è, infatti, un giocatore compulsivo, ma al poker perde sempre ed è pieno di debiti. Ma l’incontro con Leila cambierà la sua vita.
Leila (Giovanna Mezzogiorno): Leila è una ladra che seduce le sue prede, le narcotizza e le deruba. Inoltre, conduce piccoli traffici, come smerciare i passaporti sottratti alle sue vittime. In apparenza è determinata, intraprendente, sexy e sicura di sé, vitale e indipendente. Ma qualcosa le brucia dentro perché un’ombra nel suo passato e la vita che conduce non la rendono serena. Il suo rapporto con gli altri è meramente utilitaristico e Leila, come un camaleonte, trasforma e adatta la sua personalità a seconda delle persone e delle situazioni. Sotto molti aspetti, Leila è simile a Franz. Sono entrambi dei solitari, degli outsider. Anche Leila in fondo vorrebbe un’occasione per cambiare vita. Franz, leggero, ingenuo, disincantato, disinnescherà la diffidenza di Leila, la sua coazione a dissimulare, a sfruttare gli altri in ogni occasione, aiutandola a fidarsi del prossimo e dei propri sentimenti.
Matera (Ennio Fantastichini): È un ex agente dei servizi segreti. È un uomo intuitivo, solitario e sensibile, un ex bello che sprigiona un fascino senza tempo. È freddo e glaciale, ma nasconde una grande passionalità repressa. È un uomo in servizio 24 ore su 24, che dorme con un occhio aperto ed uno chiuso. Ha l’aria del killer “buono”, che uccide solo quando non ha soluzioni alternative, che segue ossessivamente le regole e crede ancora all’onore. E’ una figura contraddittoria, complessa e intrigante. Sente la vecchiaia avvicinarsi. La solitudine e la vita che conduce cominciano a pesargli. Per questo spesso fuma e beve intensamente. L’incontro con Sonia, cercato dopo tanti anni, sarà l’occasione da prendere al volo per un’ultima chance, un ultimo giro per cambiare vita. Matera è una sorta di mentore per i due ragazzi in fuga, Leila e Franz che, metaforicamente, faranno quella scelta di vita che lui avrebbe dovuto fare tanti anni prima, proprio con Sonia.
Garofano & Diolaiti (Francesco Pannofino e Roberto Citran): Sono i due killer all’inseguimento del microchip compromettente, che saranno sempre alle calcagna di Franz e Leila. Degli abili e spietati professionisti che lavorano in coppia da molti anni. Garofano è stato in gioventù allievo di Matera negli anni dell’addestramento nei servizi segreti. Tracotante, sgradevole è un nevrotico bulimico. Parla in continuazione e in modo ossessivo. E’ precipitoso ed affrettato nelle conclusioni, ma a compensarlo c’è Diolaiti con la sua fredda lucidità. Diolaiti vive in un mondo tenebroso e tutto suo. Sembra essere autosufficiente in tutto e di non aver bisogno di nulla di più di quello che ha. Nasconde l’animo del serial killer ed è un sadico. È silenzioso, essenziale e agisce in modo sintetico e risolutivo. Mal sopporta Garofano ma per evitare complicazioni, o forse per pigrizia, gli fa credere di essere lui il capo.
Andrea (Ivan Franek): È un arrivista e la sua vita è in continua ascesa grazie ai suoi traffici di stupefacenti e alla gestione del suo locale. Grazie al documento compromettente che vuole vendere, spera di fare un salto di qualità e di arricchirsi notevolmente. Crede di poter gestire la situazione con agilità ed invece sarà beffato dal suo stesso narcisismo e dall’eccessiva sicurezza di sé, cedendo alla seduttività camaleontica di Leila.
Sonia (Anna Romantowska): Sonia è una donna matura, ancora bella ed affascinante. È proprietaria di un’osteria che gestisce insieme alla figlia. In passato, nonostante l’appartenenza a schieramenti politici in forte conflitto tra loro, ha avuto una intensa storia d’amore con Matera. Ma dopo aver coltivato illusioni di poter condurre una vita diversa insieme, Matera ha scelto la ragion di Stato e l’ha abbandonata, pur continuando segretamente ad amarla. L’incontro tra i due, dopo tanti anni, risveglia in Sonia la disillusione ed il dolore, ma il sentimento profondo che li ha legati non potrà restare ancora inascoltato.

GIOVANNA E VALERIO SUI LORO PERSONAGGI
Giovanna Mezzogiorno: “Interpreto Leila, una donna che di professione fa la falsaria. Un personaggio abbastanza anticonvenzionale che vive nell’illegalità; una donna giovane che opera in autonomia e non fa parte di un sistema criminale che possa aiutarla o proteggerla; vive e lavora da sola. Insomma, una tosta, forte e ma anche molto sola, per sua scelta. Il fatto che sia una criminale contribuisce ulteriormente ad isolarla.
Un personaggio sicuramente intenso e con risvolti malinconici. Usa molto la sua fisicità per sedurre gli uomini perché le sue vittime sono prevalentemente maschili. Il suo corpo, il suo volto, il suo abbigliamento sono mezzi per arrivare a quello che deve ottenere
.”
Valerio Mastandrea: “Francesco, detto Franz, è un uomo normalmente vile, proprio normale, né troppo sopra le righe né troppo sotto; ha un carattere né estroverso, né chiuso. Insomma non è risolto. Si tratta di uno che ha deciso di fermarsi, cosa che a volte serve per riprendersi, ma – per usare una metafora da autista di autobus - costruire la propria esistenza in una piazzola di sosta non è il massimo. Purtroppo per sua sfortuna, o forse fortuna, arriva una che gli dice che hanno riaperto la strada e lui coraggiosamente, ma non troppo, si avvia insieme a questa persona sulla strada. La cosa che mi è piaciuta di più leggendo la sceneggiatura è stata la contaminazione di tanti generi cinematografici, di tanti ruoli e di tante personalità diverse. Mi sembrava un lavoro molto complesso a cui - come attore - non sono abituato; non mi era mai capitato di rapportarmi ad un lavoro così denso prima d’ora. Fare accettare ad un pubblico come il nostro, assuefatto a dei clichè, siano essi il cinema d’autore o la commedia di Natale, un film che abbia dentro un po’ di tutto e che non risponda a nessun clichè, è una bella scommessa. Io l’ho fatta.”

09/05/2007