Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Intervista al regista Marco Carlucci sul film "Il Punto Rosso"


Intervista al regista Marco Carlucci sul film
Diego Vallini e Marco Carlucci
Ci può parlare del suo film "Il Punto Rosso"?
Marco Carlucci: Parlerei di "progetto" più che di singolo film. "Il Punto Rosso" è un progetto indipendente girato con tecnologie digitali e realizzato mediante un sistema di coproduzione privata. In attinenza a questo approccio produttivo anche la storia, una fiaba sociale, ruvida e camaleontica, difficilmente catalogabile ad un genere predifinito.

"Il Punto Rosso". Come mai questo titolo?
Marco Carlucci: Il punto rosso inteso come simbolo scelto dal protagonista della storia nella sua utopica battaglia - ma anche "punto di rottura" :un singolo uomo può trascinare una intera società verso il rinnovamento improvviso, una reazione a catena che polverizza l'armata invincibile, una immensa e monolitica struttura sociale frantumata da un fragile dito che preme nell'istante giusto e nel punto vitale, il punto rosso.

Come ha realizzato la sceneggiatura del film e cosa ha voluto mettere in risalto?
Marco Carlucci: Ho pensato alla storia partendo dal "finale" che ovviamente non svelerò... a ritroso poi ho ricomposto una struttra che potesse esternare il malcontento della gente, essere una specie di megafono dei commenti che sentiamo
tutti noi nella metro, in banca, alla posta, per strada dalla gente comune. Avendo in mente un film neorealista (in chiave moderna) non ho mai voluto blindare la scenggiatura bensì il film è stato "riscritto" anche dalla libertà recitativa lasciata agli attori, dal montaggio, dalle musiche... tutto questo per interfacciare lo spettatore nella realtà del film e viceversa.

Ci può parlare del personaggio di Riccardo Simeoni?
Marco Carlucci: Ricky Simeoni è un cabarettista "alla Beppe Grillo", istintivo e genuino. Nel film rappresenta "l'uomo qualunque" persona che pur godendo di una discreta visibilità viene visto dalla gente come "normale", "uno di noi".

Come ha scelto il cast artistico, che comprende tra gli altri Fabrizio Sabatucci, Francesco Venditti, Andy Luotto, Ernesto Mahieux, Elisabetta Cavallotti e l'esordiente Alessandra Pierelli?
Marco Carlucci: Avevo un idea precisa di ogni personaggio, Sabatucci con molta esperienza teatrale e con l'appeal visivo giusto mi ha reso quel Riky che cercavo.. semplice ma unico. In Francesco Venditti rivedo i mitici attori romani degli anni'60. Inoltre credo che abbia tutte le caratteristiche artistiche e fisiche per riscuotere successo all'estero. Andy, poliedrico ed istintivo come pochi, è davvero un grande. Alessandra Pierelli, vista in teatro mesi prima l'ho chiamata per offrire lei un ruolo secondario ma importante, che fa in parte "il verso" alla sua carriera televisiva. Lei con grande umiltà ha deciso di fare con noi del cinema indipentente puro, cinema del quale si è fatta sempre promotrice Elisabetta Cavallotti. Con Angelo Infanti ed Ernesto Mahieux, due mostri sacri del nostro cinema, avevo già lavorato in precedenza in un cortometrggio così come Anna Longhi che per me è come una "mamma-nonna"! Ringrazio tutti i restanti attori che hanno aderito in modo entusiastico a questo progetto.

Nella pellicola ha voluto fare una critica al sistema politico attuale. Che rapporto ha con questo mondo?
Marco Carlucci: Più che critica, ripeto... amplifico ciò che la gente comune pensa di loro. Il mio rapporto è quello di un comune cittadino.

Ci può descrivere il progetto realizzativo del film?
Marco Carlucci: E' un progetto innovativo nella produzione, distribuzione e nella promozione. Nel nostro piccolo abbiamo stilato un dettagliato piano promozionale basato anche su concorso online, viral marketing, guerrilla e metodi alternativi come vele mobili e varie iniziative sociali. Il tutto con meno di quello che spende una distribuzione normale per organizzare l'anteprima in un cinema. Speriamo, anzi, crediamo molto nel passaparola.

Come avverrà la distribuzione della pellicola?
Marco Carlucci: Come la pizza .... pizza pellicola a domicilio! Anche se piccoli, siamo convinti che la contemporaneità nelle varie città sia importante... del resto devi essere pronto nel momento in cui la gente ti cerca.

Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
Marco Carlucci: Dirottando i fondi al sostegno ed al mantenimento dei film nelle sale. Penso sia giusto che un imprenditore assuma il rischio di produrre un film, meno giusto, invece, che film ultimati non trovino spazio nelle sale.

Come considera il panorama cinematografico italiano attuale?
Marco Carlucci: Attivo e creativo ancora un pò bloccato dalla paura di andare fino in fondo. Le aspettative e le pressioni sono tante già alle opere prime. Abbiamo bisogno di fare... e anche di sbagliare. Noi abbiamo una grandissima storia alle spalle che dobbiamo preservare e difendere continuando a fare cinema. non dimentichiamocelo mai.

24/05/2007

Simone Pinchiorri