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Intervista a Simone Scafidi, regista del film "Gli Arcangeli"


Abbiamo intervistato Simone Scafidi, regista de "Gli Arcangeli", un film che nasce dal "bisogno di parlare del mondo giovanile in una maniera differente da come viene rappresentato dalle varie realtà edulcorate e spottaiole che ci propongono il cinema, la letteratura e la televisione del nostro paese", in uscita nelle sale venerdì 23 novembre con il sistema dell'autodistribuzione.


Intervista a Simone Scafidi, regista del film
Ci può parlare di come è nata l'idea per la realizzazione del suo film "Gli Arcangeli"?
Simone Scafidi: Il film nasce come bisogno di parlare del mondo giovanile in una maniera differente da come viene rappresentato dalle varie realtà edulcorate e spottaiole che ci propongono il cinema, la letteratura e la televisione del nostro paese. Quando Andrea Riva ed io abbiamo scritto la sceneggiatura, abbiamo cercato di focalizzarci sulla solitudine e sul dolore che spesso si nascondono nei ragazzi italiani dei nostri giorni. E di raccontare le loro paure e le loro sconfitte attraverso una storia cruda e diretta, che potesse colpire lo spettatore per la sua verità, per la sua sincerità. Avremmo potuto scrivere un film modaiolo ed accattivante sulla gioventù emarginata e coraggiosa, avremmo potuto realizzare un film glamour su finte bruttine che conquistano ricchi playboy, invece abbiamo voluto mettere nel film quello che vediamo intorno a noi. Che spesso è inopportuno.

Si può considerare un film religioso? Lei come lo definisce?
Simone Scafidi: Lo definisco un film religioso. Ogni film che pone al centro del proprio racconto l'essere umano nudo e crudo (senza circostanze di comodo, siano sociali o politiche) è, per me, un'opera religiosa. Uno spettatore, per sottolineare la religiosità de "Gli arcangeli", ha detto che questo film, per un ateo, è un film pornografico. E' una definizione che mi piace molto.

Ci può parlare del ruolo del personaggio di Christian?
Simone Scafidi: Christian è un antieroe esistenzialista, un ragazzo che, invece di guardare nel proprio dolore, distrugge quello che vede al di fuori di sè. Annienta il coraggio e la passione altrui, che lui non riesce a provare. Christian è bello, ricco, ammirato. Ma è solo. Di Christian ne vedo decine e decine ogni giorno, in qualsiasi luogo possa frequentare. Credo che " Gli Arcangeli", in anticipo sui tempi, abbia saputo cogliere una certa perdita di orizzonti dei giovani. Di quegli stessi ragazzi che filmano una violenza e la inseriscono su youtube. E' un aspetto che mi ha fatto notare Andrea Riva recentemente, e non posso che concordare sul fatto che "Gli Arcangeli" racconti questa perdità di identità.

Chi sono "Gli Arcangeli"?
Simone Scafidi: "Gli Arcangeli" sono al centro della visione che sconvolge l'infanzia del protagonista Christian. Sono coloro che dovrebbero ripulire il mondo dalla lordura degli esseri umani. Sono la giustificazione che la mente schizofrenica del protagonista deve dare alle sue azioni.

Cosa ha privilegiato nelle inquadrature e nella fotografia del film?
Simone Scafidi: Ho scelto una regia a due camere: una fissa in campo lungo ed una mano in campi stretti, in modo da ingabbiare i personaggi in un quadro immutevole dove un occhio mobile, ma sterile, potesse cercare, avvicinandosi a loro, di coglierne l'essenza. La fotografia del film, di Fabrizio Bracci, è fredda e dolorosa, per svelare la morte anticipata di corpi in cui anela ancora il respiro.

Come ha scelto il cast del film?
Simone Scafidi: Andrea Riva, coautore della sceneggiatura, è un interprete di immensa statura, umana ed artistica. E' autore, più che attore. E' un performer, un ballerino, un corpo che va al di là della recitazione. Per questo film ha vinto come miglior protagonista allo scorso MIFF e credo che il nostro nuovo film, "Appunti per la Distruzione" (ispirato alla vita di Dante Virgili, lo scrittore nazista) lo farà conoscere ed apprezzare ancora di più. Francesca Inaudi non è stata la mia prima idea per Marlena, dato che mi immaginavo il personaggio fisicamente differente, più mediterraneo. Ma lei ha dimostrato di essere la miglior Marlena che potessi augurarmi, ha saputo sottrarre il giusto al personaggio, ha dato a Marlena un'umanità ed una verità commoventi. E' una attrice rara in Italia, dotata di un volto difficile da scordare. Franco Branciaroli, con le sue doti e con la sua affascinante ambiguità, incarna un Padre Siro dolente e demoniaco. Ha immediatamente accettato il ruolo e mi ha anche affidato la regia di un mediometraggio, dal titolo "Cos'è l'Amore", che ha accompagnato in tournè il suo omonimo spettacolo. E' un grande attore, c'è poco da aggiungere. Il resto del cast, dai bravissimi co protagonisti Fabrizio Raggi e Zamira Pasceri, fino ai già premiati ed affermati in teatro Pia Lanciotti, Nicole Vignola e Ugo Giacomazzi, è composto da giovani attori che si sono formati nelle migliori scuole di teatro. Io e Riva abbiamo voluto che, anche il più piccolo ruolo, fosse coperto da intepreti validi e non presi dalla televisione o dalle passerelle della moda.

Ed i luoghi dove i film è ambientato?
Simone Scafidi: Il film è ambientato a Milano, ma gli interni delle abitazioni sono stati girati a Tortona. Mi piaceva l'idea di una borghesia, quella dei giovani protagonisti, rurale, che vive nella grande città, ma che continua a rintanarsi nel proprio feudo fatto di ville e giardini, in difesa di una superiorità morale ed economica ormai finita.

Come verrà distribuito il film?
Simone Scafidi: Il produttore David Cartasegna, fine e coraggioso uomo di cinema, uno dei pochi in Italia a mettere soldi propri (e non è un ricco mantenuto, ma un acuto lavoratore) per produrre un film, ha messo in piedi una autodistribuzione, dal nome (dis)ORDET, che è il nome della produzione, per portare il film in più sale possibili. Grazie all'aiuto di un ottimo ufficio stampa, il film sta trovando tantissime sale disposte a proiettarlo e così, da novembre a giugno, il film toccherà Milano, Torino, Roma, Parma e tantissime altre città. Devo dire anche un po' a furore di popolo, perchè " Gli Arcangeli" è un film di cui tanto si è letto, e così è nata la curiosità in molte persone di poterlo vedere.

Come crede si possa migliorare la distribuzione del film italiani in sala?
Simone Scafidi: Io faccio il regista, questa domanda va a fatta a chi fa il distributore. Purtroppo i registi si stanno trovando sempre di più nel ruolo di dover cercare i soldi per i loro film ed anche il modo per farli uscire. Io auspico nuovi produttori e nuovi distributori, che si distanzino dal duopolio televisivo e dall'orrore della programmazione delle multisale, per dare vita a nuovi film che trovino la loro dimensione in nuovi e meno soffocanti canali distributivi: la rete? L'home video? Una nuova tipologia di sala? Non sta a me indicarlo.

Come considera il panorama cinematografica italiano attuale?
Simone Scafidi: Il cinema mainstream italiano è patetico e provinciale, assolutamente calato in una realtà televisiva. Ed è inesportabile per il suo provincialismo, per la bassa qualità delle interpretazioni e della messa in scena. Ma ci sono luci e speranze, da Matteo Garrone e Saverio Costanzo, fino agli indipendenti Marina Spada, Michelangelo Frammartino e Vittorio Rifranti. Autori, questi ultimi tre, che con piccoli film hanno vinto premi in tutto il mondo, ma che nessun produttore italiano cerca per un nuovo film. Che paese è quello che non coltiva i propri talenti? Un paese, almeno artisticamente, destinato a scomparire.

08/11/2007, 21:25

Simone Pinchiorri