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Note di regia del documentario "Fuori Fuoco
- Cinema, Ribelli e Rivoluzionari"


Note di regia del documentario
Negli anni ’70 donne e uomini si ribellarono ai sistemi dominanti cercando di affermare nuovi valori che colpissero l’intera sfera dell’esistenza umana. La pace in tempo di guerra (calda e fredda), l’emancipazione delle donne, la difesa dei diritti delle classi sociali più deboli, la libertà sessuale, un nuovo modo di intendere lo studio all’università e nelle scuole. Questi erano alcuni dei temi che quella generazione provò ad affrontare con entusiasmo e determinazione, lasciandosi attraversare da molteplici contraddizioni. E se oggi certe conquiste le diamo per scontate, comunque, lo dobbiamo anche a quella generazione.
Tuttavia, in ogni luogo dove si fa luce si proiettano anche delle ombre. Con "Fuori Fuoco" non abbiamo voluto separare in modo netto quelle luci da quelle ombre. Non abbiamo cercato di guardare i nostri personaggi con il moralismo di chi si attribuisce il potere di separare i “buoni” dai “cattivi”. Il cinema non ha l’obbligo della sentenza morale o giudiziaria. Abbiamo inseguito le storie dei protagonisti vivendo insieme a loro le contraddizioni che ogni pensiero ribelle e rivoluzionario porta con sé. E attraverso la visione di alcuni film abbiamo cercato di scoprire se il cinema italiano si è fatto carico di queste contraddizioni o se ha ceduto all’idea di semplificare il quadro. Vedendo "Fuori Fuoco" non si otterranno risposte. Il titolo è premonitore di una difficoltà che non riguarda la verità storica, o quanto meno non si esaurisce in essa. La difficoltà, la complicazione che porta a vedere le cose “Fuori Fuoco” riguarda il senso dell’azione umana, tra gli ideali che si perseguono e i mezzi che si vogliono usare. Qualcuno decise di prendere una pistola, altri fecero una scelta diversa ma condivisero percorsi comuni, altri ancora presero le distanze in modo netto. La nostra videocamera si è posta tra questi personaggi.

Federico Greco e Mazzino Montinari