Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Marghera Canale Nord"


Note di regia del documentario
E’ la storia di una nave immobile, la storia di un viaggio interrotto, la storia di viaggiatori del mare ancorati ad una terra inospitale a ad un destino di attesa.
La storia della grande e immobile Motonave Kawkab, mercantile egiziano regalato alle banchine di Marghera da un armatore abile mercante di marinai e vite umane.
Dal gennaio 2002 gli otto marinai della Kawkab, , quattro egiziani e quattro indonesiani, non ricevono alcun salario e vivono “intrappolati” all’interno della loro enorme prigione di 28mila tonnellate dove hanno luce e riscaldamento per non più di quattro ore al giorno e dove spesso si fanno da mangiare accedendo un falò a poppa. Fino a due mesi fa hanno potuto usufruire solo di uno shore pass che concedeva loro sei ore di libera uscita e che vincolava la loro libertà di movimento al solo territorio del comune di Venezia: oggi ha un permesso di soggiorno temporaneo, ma continuano a non avere lavoro e a non ricevere alcun salario, mentre le loro famiglie in Egitto ed Indonesia accumulano ogni mese debiti da banche e usurai.. Da quasi due anni sono in attesa che la sezione lavoro del Tribunale di Venezia riconosca loro il diritto a ricevere i salari dei mesi arretrati non in base ai contratti da loro firmati a Taiwan e ad Alessandria di Egitto, bensì in base alle tariffe internazionali dell’ILO: ma ogni udienza è un continuo, lunghissimo rinvio.
Nel frattempo vivono all’interno dell’enorme mercantile egiziano: centoattantametri di lunghezza per trenta di larghezza, quattro enormi silos completamente vuoti, cinque braccia meccaniche di oltre venti metri altezza. La vita dentro la Kawkab è quasi impossibile, con l’elettricità vincolata all’accensione di un generatore a gasolio, il riscaldamento affidato a piccole stufette nelle cabine, il cibo e l’acqua regalati dalla Caritas, dal Comune o dalla Corce Rossa, la cucina quasi completamente inservibile e condizioni igieniche al limite della sopportabilità.
Abbiamo vissuto per qualche settimana nella nave e abbiamo cercato di raccontare i volti, le voci e le storie degli otto marinai, sperando che questo racconto possa mostrare agli abitanti delle terre inospitali dove la Kawkab è ancorata le assurdità di cui questo mondo è capace e di cui otto marinai e mille altri viaggiatori sono impotenti schiavi.

Andrea Bevilacqua, Francesco Cressati, Andrea Segre