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L'Ungheria di Tamas Almasi in "Mario il Mago"


L'Ungheria di Tamas Almasi in
Insolito mix quello che ha portato alla realizzazione del film “Mario il Mago” che debutta nelle sale venerdì 28 Novembre; si tratta infatti di una produzione italo ungherese, e il coprodottore è anche il coprotagonista del lungometraggio: si tratta del noto attore Franco Nero, che si è intrattenuto a lungo in mattinata con la stampa e ha poi presenziato alla prima proiezione della pellicola nella serata di ieri al cinema Embassy di Roma. Il regista del film, che è distribuito dall’italianissima “L’Altrofilm” del filmaker Louis Nero, è il cineasta ungherese Tamas Almasi, che in patria è uno dei più noti autori di documentari e in passato è stato insignito di numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Premio Pulitzer conferitogli nel 1999.

"Mario il mago" è tratto da una storia realmente accaduta che è anche una nota novella ungherese; narra del folle amore di una donna per un affascinane industriale italiano giunto in Ungheria poco dopo la caduta del muro di Berlino. L’uomo intende dare vita ad una attività imprenditoriale sfruttando la manodopera locale disposta a lavorare per salari decisamente irrisori; il suo cinismo però, nonostante l’entusiasmo della popolazione locale, non porterà ai frutti sperati.

Sono molto fiero di avere coprodotto questo film”, ha precisato Franco Nero di fronte ai giornalisti intervenuti alla conferenza stampa, “perché trovo che produzioni indipendenti come questa possono permettere alla vera cultura di farsi conoscere. Io amo il cinema in generale e smetterò di farlo solo quando perderò l’entusiasmo, desidero infatti principalmente restare in questa grande famiglia e mi interessa solo indirettamente in quale ruolo".

Il noto attore, che si è a lungo soffermato anche a parlare della differenza tra la condizione passata del cinema italiano e quella presente e ha narrato che molti film da lui interpretati non sono mai stati visti in Italia, ha voluto nel lungometraggio di Almasi, per il ruolo del suo aiutante, un caratterista napoletano come Vittorio Marsiglia. Quest’ultimo è poco conosciuto al cinema ma è noto per avere lavorato a teatro con personaggi del calibro di Aldo Fabrizi e in televisione soprattutto negli anni ottanta. L’attrice Nyako Julia, che è la vera protagonista del lungometraggio, si è fatta molto conoscere soprattutto in patria dove, come Nero ha voluto precisare, è considerata un po’ come da noi è conosciuta Anna Magnani.

"Mario il Mago" colpisce principalmente per la modalità con cui il regista riesce a raccontare la sua terra. Lo stile con cui sono fotografati (e accompagnati dal sottofondo musicale) i paesaggi, e le fattezze con cui sono descritti certi personaggi di contorno, paiono infatti ricordare il rigore partecipe e avvolgente con cui il regista italiano Carlo Mazzacurati ha raccontato e continua a raccontare la laguna veneta, il delta del Po e i dintorni delle terre dove è nato. Il film di Almasi pecca forse nella seconda parte quando si rivela un po’ superficiale nella narrazione delle psicologie dei personaggi principali e frettoloso nel sciogliere certi snodi drammaturgici. "Mario il Mago" convince comunque quando racconta la desolazione dei luoghi sperduti dell’Ungheria e quindi le afflizioni dei personaggi a cui è capitato di nascere e vivere in quella parte del mondo, uomini e donne (come appunto la protagonista) a cui può certo capitare di rivendicare il loro diritto di uscire dalla routine per dare adito al loro bisogno di sognare e di provare ad essere davvero felici. La convincente interpretazione di Nyako Julia, e l’affascinante oscurità con cui Franco Nero dà vita al personaggio di Mario, rimangono inoltre sicuramente impresse.

Il film verrà distribuito inizialmente con una trentina di copie; da venerdì solo in alcune città, dal 5 Dicembre in altri capoluoghi.

25/11/2008, 09:54

Giovanni Galletta