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Intervista al regista Volfango De Biasi sul film "Iago"


Intervista al regista Volfango De Biasi sul film
Che film é Iago?
Volfango De Biasi: L'idea di riprendere un classico, reinterpretarlo e raccontare una storia attuale. E io l’ho fatto mettendo in scena un eroe moderno, un ragazzo come tanti altri, ma in grado di scatenare una lotta senza quartiere pur di veder i propri sogni realizzarsi. Ho deciso di ambientare il film a Venezia perché è una città sospesa nel tempo, tra ieri e oggi, che mi ha permesso di raccontare il tempo presente giocando con le regole teatrali di uno spazio... indefinito. “Iago” è una storia sul senso di giustizia, ma anche di grandi sentimenti. Primo tra tutti la passione, la vera molla che spingerà Iago a compiere tutte le sue azioni. Costi quel che costi.

Come è stato lavorare a Venezia?
Volfango De Biasi: Girare a Venezia è un'impresa. E’ forse il luogo più difficile in Italia in cui pensare di fare un film. Venezia però è un sogno, una città straordinaria che ti permette di girare il vero come se fosse finto. Ho cercato di pensarla come se fosse un teatro di posa, un non luogo, un luogo della fantasia. Ritengo sia importante con il cinema dare l'immaginale, creare mondi altri, come dice Iago all'inizio "abbiamo il dovere di intervenire sulla realtà che non ci piace”. Abbiamo cioè il dovere di raccontare mondi possibili, mondi migliori. E possiamo farlo per il semplice fatto che siamo in grado di sognarli.

Iago, Desdemona, Otello chi sono? Qualche parola anche per Nicolas Vaporidis, Laura Chiatti ed Aurelien Gaya...
Volfango De Biasi: Il peccato capitale di Iago, il personaggio, è l'ambizione. E’ un povero che sogna di sedere, un giorno, al tavolo dei più grandi architetti di fama mondiale. Decide di fare un'operazione verticale molto complessa, ma è intimamente convinto di riuscire nella sua scalata. Perché ha un importante biglietto da visita: il suo talento. Solo la storia ci rivelerà se la sua intelligenza gli basterà a vincere la guerra che scatena contro il ricco e raccomandato Otello, che in ventiquattro ore e senza troppa fatica, riesce a portargli via il lavoro e la donna che ama. Nicolas Vaporidis è un attore eccellente, ha lavorato moltissimo prima di iniziare le riprese per arrivare sul set a non dirsi nulla. La sua disponibilità e il suo mettersi in gioco sono esemplari.
Desdemona è una ragazza molto bella, che ha l'arroganza della bellezza e della ricchezza, ma non ha profondità e umanità. E' innocente nella sua colpa. Laura Chiatti ha uno charme ed una professionalità immensi. Il suo primo piano ha una tenuta a mio giudizio internazionale.
Otello è il figlio di papà, è il criminale suo malgrado, è colui che ti soffia il posto di lavoro e l'amore e neanche lo sa. Pensa che gli sia dovuto.
Aurelan Gaya al suo primo film importante, è un attore francese che ha compiuto un arco straordinario; quando l'ho provinato non conosceva una parola di italiano, ed è venuto a giare un film in lingua, imparandola molto velocemente... è una scommessa.

L'importanza dei costumi in questo film
Volfango De Biasi: Non credo nel cinema verità, ma nel cinema verosimile. Per me il film è sempre in costume, anche una storia contemporanea. Semplicemente perché è un linguaggio. Ogni personaggio, qualunque sia il costume che indossa esprime una identità. Tutto, dal trucco, al parrucco, alla scenografia, alla fisicità dell’attore, contribuisce ad arricchire questa dimensione. Al secondo film con Monica Celeste ai costumi, posso dire di trovarmi completamente in sintonia creativa con loro. Lo stesso vale per Giuliano Pannuti. Da non trascurare poi l’importanza della fotografia, curata dal bravissimo Enrico Lucidi, che in “Iago” è davvero un plusvalore.

La cosa più bella di quest'esperienza chiamata "Iago"?
Volfango De Biasi: Essere riuscito a farlo!

22/02/2009, 09:00