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Valerio D'Annunzio: "Aria č la storia di una castrazione
vissuta in nome delle convenzioni"


Valerio D'Annunzio:
Aria”, l’opera d’esordio di Valerio D’Annunzio, č in sala dal 20 marzo 2009 in circa venti sale su tutto il territorio nazionale.

L’anteprima si č svolta lunedě della settimana scorsa al Cineplex Gulliver, periferia nord ovest di Roma; a seguire non c’č stata una conferenza stampa ma abbiamo appena contattato telefonicamente Valerio D’Annunzio per una piacevole intervista.
Portando in sceneggiatura il soggetto di Monica Iezzi”, ha precisato il giovane cineasta abruzzese, “ho cercato di raccontare la diversitŕ sessuale come una metafora che dicesse del profondo disagio che vive il protagonista. Aria č infatti innanzitutto la storia di una castrazione vissuta in nome delle convenzioni. In questo senso anche il finale del film č una provocazione nei confronti della societŕ che non evita la tragedia ma poi la vive come se fosse tale, piangendo appunto, anche se non per forza ipocriticamente, come fanno i personaggi del lungometraggio; di certo non volevo commuovere ma appunto inoltrare una critica nella quale credo ci si possa riconoscere. Mi interessava molto inoltre che il film raccontasse non il tempo reale ma quello del ricordo; nel corso della vicenda infatti č molto frequente il gioco tra passato e presente che sono continuamente mescolati. Dal punto di vista tecnico, quando il personaggio copre la sua diversitŕ con delle bugie, la cinepresa si muove da destra a sinistra e cioč in modo contrario alla visione normale della scrittura occidentale; l’opposto ho fatto quando il Giovanni interpretato da Roberto Herlistka dice la veritŕ su sé stesso. Questo esempio dice in generale del modo con cui ho cercato di portare in immagini la sceneggiatura”.

Aria” č un’opera forse non molto appetibile nei confronti dello spettatore medio, ma č ben girato e coerente sino in fondo nelle sue intenzioni.

23/03/2009, 21:10

Giovanni Galletta