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Evita Ciri: "Mi sono ritrovata pura e pronta
ad affrontare l'avventura di PA-RA-DA"


La protagonista di PA-RA-DA, Evita Ciri, intervistata da Antonio Capellupo durante il Magna Graecia Film Festival.


Evita Ciri:
Lei è figlia d'arte e sua madre, Paola Pitagora , lavorò con Gillo Pontecorvo in “Kapò”. Più di quarant'anni dopo lei si ritrova a prendere parte a “Pa-Ra-Da”, opera prima di un altro figlio d'arte, Marco Pontecorvo. Un caso curioso, vero?
Evita Ciri: Mia madre venne scelta per interpretare “Kapò”, ma la scena in cui era presente venne tagliata in fase di montaggio, anche se il nome sui titoli di coda rimase. In realtà anche un altro attore di “Pa-Ra-Da”, Jalil Lespert è figlio d'arte e il padre Jean ha interpretato “La battaglia di Algeri”. Marco non lo sapeva e ha scoperto davvero per caso che suo padre aveva lavorato con mia padre e col padre di Jarrille.

In che modo è stata scoperta da Pontecorvo?
Evita Ciri: Si è trattato di un vero colpo di fortuna. Tra luglio e agosto ci furono dei provini e scelsero un'attrice anche molto conosciuta, ma per una serie di motivi è dovuta venir meno all'impegno e a distanza di quarant'otto ore dalla partenza per la Romania la produzione ha dovuto riaprire i provini. Era un sabato e feci tre ore di prove, al termine delle quali Marco mi disse che potevo andargli bene, ma che il tempo per decidere era davvero limitato e doveva scegliere se fidarsi di me. Dopo due giorni mi chiamò e mi disse che mi aspettava per partire per la Romania. Io stavo lavorando a teatro e chiesi almeno di prolungare di tre giorni la partenza per sistemare tutto. La sceneggiatura in italiano l'ho letta in aereo e ricordo che poco prima di partire la produzione mi mise a conoscenza del fatto che avrei dovuto recitare in francese e in rumeno.

La sua carriera cinematografica è cominciata nel 2001 con Marco Bechis in “Figli” e dopo “Riconciliati”di Rosalia Polizzi del 2002, si è dedicata solo al teatro, fatto eccezione per dei corti. E'stata una sua scelta?
Evita Ciri: Anche se non ero giovanissima d'età, sapevo di non essere ancora completamente formata e nel 2004 entrai in accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico e ne sono uscita dopo tre anni. Poi ho fatto esperienze presso lo Strasberg Institute e a San Miniato, tanta palestra, ma sapevo perfettamente che avevo bisogno di quello.

Nel 2006 ha co-sceneggiato un corto di Duccio Chiarini. Solo un'esperienza passeggera o ci si deve aspettare qualcosa di più?
Evita Ciri: In passato ho lavorato in un teatro romano in cui ognuno costruiva dei monologhi per se stesso. Duccio lo sapeva e mi chiese di dargli una mano. E' un'esperienza bellissima ma richiede il coraggio di prendere la penna in mano e la palestra dello scrivere, scrivere e ancora scrivere. Per ora non sono ancora pronta.

Per lavorare sul personaggio di Livia, ha avuto modo di lavorare su qualche documento?
Evita Ciri: Non ho avuto tempo di studiare su niente perchè mi sono trovata catapultata direttamente sul set, un giorno e mezzo dopo il mio arrivo. L'esperienza me la sono fatta sul campo e agli inizi ero terrorizzata perchè avevo troppi imput e non riuscivo a trattenerli. Questo forse mi ha anche aiutato perchè mi ha impedito di ragionare con dei preconcetti. Così mi sono ritrovata pura e pronta ad affrontare quest'avventura con tutti gli splendidi bambini.

19/07/2009, 11:37

Antonio Capellupo