Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

I "Poeti" romani di Toni D'Angelo


I
Per la sezione Controcampo Italiano è stato proiettato il documentario "Poeti" di Toni D'Angelo, interpretato da Biagio Propato e Salvatore Sansone.
Biagio vive a San Lorenzo e organizza letture di poesia nel pub del fratello e Salvatore vive a Testaccio dove scrive poesie.

Il film comincia di mattina, al cimitero acattolico degli inglesi che si trova nella zona di Piramide, a Roma. I due amici poeti sono lì per rendere omaggio alla tomba di Gregory Corso, grande poeta e padre della Beat Generation che passò gli ultimi anni della sua vita a poetare in Campo de' Fiori.
Da qui parte la loro conversazione sulla Poesia, sui tempi moderni che privilegiano l'immagine a discapito della parola e su quanto accadde a Castelporziano, una specie di grande Woodstock poetica a cui parteciparono i più grandi poeti di tutto il mondo.
Il racconto continua snodandosi tra metro, passeggiate e strade della Capitale mostrando una Roma magica e crepuscolare.
I due vecchi amici incontrano i poeti underground che recitano la sera nelle cantine di San Lorenzo. E poi quelli "ufficiali": Dante Maffia, Vito Riviello, Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani e tanti, tanti altri ancora.

In questo film è Roma la vera protagonista. La città eterna ha sempre ispirato i più grandi cantori del mondo, da John "Giovanni" Keats (che abitava a Piazza di Spagna) a Goethe, da Corso a Shelley, da Dario Bellezza a Pasolini e anche oggi, dopo un periodo in cui l'arte poetica sembrava ferma, c'è ancora tanto da ascoltare, da fare, da dire. Biagio e Salvatore ipotizzano anche l'idea di una nuova Castelporziano, di una lettura pubblica, anche se sono consapevoli che non ci sono purtroppo più i poeti di una volta

Il regista Toni D'Angelo ha dichiarato di non sentirsi un poeta e di non sapere niente di poesia, ma di aver cercato di capire di che cosa si tratti attraverso i due protagonisti e di aver realizzato che, nel 2009, parlare di poesia è quasi un atto rivoluzionario. Ha poi detto che ritiene la poesia la forma letteraria più vicina al cinema, di aver scelto di usare il Superotto per non distaccare il passato da oggi e di aver usato determinate tecniche stilistiche, di montaggio e di illuminazione per ottenere una Roma sì barocca, ma anche cupa e crepuscolare e a tratti, dolcemente colorata.
A Castelporziano Dario Bellezza disse: "I poeti vanno incoraggiati anche se non vi piace la loro poesia". Ho trovato questa frase di rara bellezza e potenza insieme, e devo dire che in tutto il film si respirano proprio la forza e la bellezza nelle loro accezioni più pure.

E difficile fermare la scrittura quando si parla di poesia e allora mi affido a un verso di Vito Riviello, un po' ironico e quanto mai attuale: "Un campo di girasoli a Cortona, in Arezzo. Un campo di paraculi a Cortina d'Ampezzo".
Più poetico di così...

10/09/2009, 09:00

Claudia Verardi