"Un Altro Pianeta": la possibilità di instaurare
delle relazioni più profonde del superficiale


Dopo Venezia e altri festival prestigiosi, "Un Altro Pianeta" arriva a Roma al Med Film Festival nella sezione competitiva dedicata al cinema italiano. Il film di Stefano Tummolini è la cronaca amorosa di una giornata, non tanto particolare, durante la quale il protagonista Salvatore arriva sulla spiaggia di Capocotta, nella storica località il Buco (dal buco nella rete di recinsione che pretendeva di vietare l'accesso al mare) e comincia la sua avventura in un caldo giorno di giugno. Le meravigliose dune che si attraversano a piedi tra la strada e il mare, offrono terreno libero ad incontri sessuali occasionali e copertura (a chi è interessato) dagli sguardi indiscreti.
L'aitante Salvatore comincia subito, senza neanche vedere il mare; basta uno sguardo con il giovanotto in tuta e l'amplesso è fatto, lì sul sentiero che scende tra le frasche.

Ma non è sul sesso occasionale che verte la storia di "Un Altro Pianeta", bensì sulla possibilità di instaurare una relazione più profonda del superficiale svolgersi di una giornata di mare, tra incontri fugaci, nuovi amici, brevi scontri e passeggiate sul bagnasciuga. Infatti è qui che il protagonista, malgrado si affanni nella ricerca di un nuovo partner (ricerca sempre frenata dal ricordo del suo ex), trova qualcosa di più, qualcosa di diverso, con cui stringersi tra le dune al calar del sole.

"Un Altro Pianeta" è un film interessante anche se le tematiche sono quelle del film gay italiano; sesso facile, incroci di sguardi per amori a prima vista, donne stupide o in analisi, malattie incurabili. L'intera giornata sulla spiaggia regge bene ma manca una storia, un evento che catalizzi l'attenzione dando, nel suo svolgersi, l'occasione ai vari personaggi di mostrarsi un po' alla volta, senza, per farsi conoscere, dover ricorrere a improbabili confessioni. I personaggi sono credibili, figure vere che escono dalla memoria degli autori; il fioraio è fioraio, bello e verace e non un fruttivendolo dell'Ostiense che cita a memoria le opere di un poeta turco. Bravi gli attori tra i quali si fa notare Lucia Mascino, unica donna “dentro le righe” che con il suo leggero accento marchigiano, sembra proprio caduta su un altro pianeta; le meravigliose e pericolose dune di Capocotta.

09/11/2009, 17:06

Stefano Amadio