Visioni Fuori Raccordo Film Festival fa il pienone per la serata dedicata al documentario di
Paolo Virzì. "
Abbiamo dovuto replicare la proiezione di questo documentario" ha detto
Massimiliano Cera ideatore e organizzatore del festival giunto alla 3° edizione "
per il grande afflusso di spettatori qui, al Cinema Aquila. Ma sinceramente anche le altre giornate sono andate alla grande. Tanto pubblico, film di qualità, in questo festival dedicato alle periferie".
E la Livorno di "
L'uomo che aveva picchiato la testa" sembra tutta una periferia, più per l'atteggiamento (auto) emarginato dei livornesi che in senso urbanistico. Quando
Paolo Virzì torna nella sua città, c'è da divertirsi e il documentario sul cantautore
Bobo Rondelli arriva in tutta la sua goliardia, un "amarcord" che esce dal cuore più che dalla memoria, ma che grazie alla vena ironica, al limite dell'offensivo, della gente di Livorno fa sempre sorridere, spesso ridere, ma anche commuovere.
Bobo Rondelli è un piccolo, grande cantautore, uscito poco dalla sua città più per scelta che per limiti artistici. Nei primi anni '90, con gli
Ottavo Padiglione, si affacciò sulla scena del rock italiano, con album, concerti e video-clip di grande qualità. Poi si è perso per strada, tornando a essere chi gli pareva nella sua città.
Paolo Virzì arriva a Livorno dall'Aurelia a bordo del furgone di produzione insieme agli altri della troupe. Entra in città senza riuscire a nascondere l'orgoglio di essere livornese, con l'occhio capace di vedere e far vedere il bello anche in innegabili brutture. Quella che non è sicuramente brutta è la musica di
Bobo Rondelli, la poesia dei suoi testi, il grande senso scenico e le perfette interpretazioni.
A Livorno, dice uno dei tanti intervistati, in proporzione ci sono più artisti che a Los Angeles;
Bobo Rondelli e
Paolo Virzì sono livornesi, ma farebbero la loro "porca" figura anche a Los Angeles.
30/11/2009, 17:16
Stefano Amadio