Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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"The Museum of Wonders": una storia fantastica
ambientata in In un museo degli orrori/circo


Atmosfera fantastica al Casale della Cervelletta nella periferia est di Roma, per la presentazione del film "The Museum of Wonders", opera seconda di Domiziano Cristopharo.
Il film produce subito un brivido, ma non di paura; rivedere la cantante Giovanna e riscoprire la sua voce e i suoi incisivi larghi è un salto nel passato e in una memoria, decennio '70, che fa riaffiorare ricordi in bianco e nero.
In un museo degli orrori/circo/cabaret/night club/teatro underground, si svolge la travagliata e improbabile storia d'amore tra il ricco capocomico malformato (Fabiano Lioi) e la bella soubrette senza pietà (Valentina Mio) che lo raggira, con l'ausilio del suo bello (Francesco Venditti), per portarlo all'altare e impossessarsi delle sue ricchezze. Ma il "nano malefico" la aspetterà al suo tavolo, dopo le nozze, per metterla di fronte al fallimento del suo progetto e alla "Testa del Battista".

Domiziano Cristopharo mette insieme, con l'ausilio dello sceneggiatore poeta Elio Mancuso, una serie di classici del cinema e del teatro; dalla "Salomè" di Oscar Wilde (ma priva di alcune figure fondamentali) come spunto e traino del dramma a cui vanno a mischiarsi Cabaret di Bob Fosse, Il circo Barnum, I clown di Fellini. Opere dalle quali il regista più che prendere spunto, afferra qualche immagine o qualche brano musicale per portare avanti la sua storia. Un uso della memoria cinematografica che forse mette in secondo piano le specificità dell'autore, limitandone le potenzialità creative. The Museum of Wonders, si prende un po' troppo sul serio, con inquadrature, scene, dialoghi e monologhi spesso troppo lunghi e che pretendono di dare giudizi definitivi anche su argomenti che esulano dalla storia narrata. Tutti i personaggi, oltre ad avere palesi caratteristiche di deformità adatte al proprio mestiere, hanno una profondità assoluta che li fa pontificare più che comunicare; a parte la soubrette, cattiva e dunque oca per definizione, tutti si esprimo in frasi da libro di filosofia il che rende meno simpatici i personaggi e via via meno avvincente la trama e le sue potenzialità.

Il film di Cristopharo è un po' troppo lungo (110 minuti) ma sicuramente avrà un suo riscontro tra gli amanti del genere e nei festival specializzati; l'idea e la voglia ci sono come anche gli interpreti, il dramma un po' meno.
In scena da notare le interpretazioni di Venantino Venantini, master of game che si muove e si diverte con l'esperienza di una pantera; la citata Giovanna, che da il suo volto e la sua voce ancora straordinaria alla luna piena. E poi da segnalare Nancy de Lucia, al suo primo film dopo teatro e tv, nei panni metallici della ex tradita che ritrova l'amore. Tante le partecipazioni straordinarie e amichevoli: Maria Rosaria Omaggio, Maria Grazia Cucinotta, Yvonne Sciò ed Elda Alvigini. Tutti o quasi presenti alla Premiere della Cervelletta, sicuramente originale come e più del film.

04/03/2010, 15:46

Stefano Amadio