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Tanti sogni e poca realtà nel road-movie "Tutto l'Amore del Mondo"


Tanti sogni e poca realtà nel road-movie
"Tutto l'Amore del Mondo": la regia di Riccardo Grandi (opera prima) è sufficiente e onesta e riesce con diligenza e qualche salto mortale, a tenere in piedi una storia alquanto improbabile. Anche gli attori sono sufficienti e onesti, tranne Riccardo Rossi che è di un paio di gradini superiore agli altri. Un attore vero, dai perfetti tempi comici e mai sopra le righe, capace di mettere del suo nel personaggio, puntualmente e senza esagerazioni.

La prima domanda che ci si pone quando si guarda "Tutto l'Amore del Mondo" è: ma quanti anni hanno i personaggi principali? In realtà non serve conoscere la risposta perché è tutto così improbabile ed estremizzato, che cercare di individuare un'età plausibile per le storie vissute da questi ragazzi non ha alcun senso. Se serve conoscono il mondo come quarantenni, se serve altro fanno cose insensate da adolescenti; e, come sempre, tutti fanno gli scrittori. Evidentemente qualche sondaggio effettuato da Medusa, a noi ignoto, ha evidenziato che i "giovani" tra i 20 e i 35 anni aspirano a mettere in fila parole e, come in "Amore 14", male ci riescono. Il protagonista Matteo, interpretato da Nicolas Vaporidis, cinico e disincantato (gli aggettivi sono della sinossi) ha bisogno di soldi e dunque accetta di scrivere una guida turistica per 30 mila euro. E qui si comincia con l'improbabile; a 30 anni, quando il 90% degli italiani fa lo stagista, ma chi te li da 30 mila euro per girare l'Europa e scrivere una guida? E, infatti, non la sa scrivere ed è costretto a scopiazzare gli appunti della sua involontaria e romantica compagna di viaggio, Anna interpretata da Ana Caterina Morariu. E anche lei, con un sicuro futuro da avvocato, vuole fare la scrittrice. E guarda caso per una guida sui luoghi più romantici d'Europa, le sue frasi da bacio perugina, che al cinico e disincantato Matteo non verrebbero mai in mente, sono perfette (tutte le "E" di inizio frase sono volute - n.d.r.).

Il road movie per le città più belle e scontate del vecchio continente, più cartolina che romanzo di formazione, è ricco di altri due personaggi. Ruben e Valentina (Alessandro Roja e Myriam Catania), che finiscono per essere pressoché inutili. Sono soltanto la figura al negativo dei "buoni" Matteo e Anna: fanno sesso selvaggio senza precauzioni, cialtroneggiano sul lavoro (lui è il fotografo della guida al seguito dell'autore e fa foto a casaccio o alle ragazze che passano), sono stupidi e impulsivi, ma in fondo sono simpatici e anche loro buoni e di cuore. Vivono una storia a parte dal quale potrebbe partire uno "spin off" dal titolo "Inutili in giro per l'Europa".

Gli autori della sceneggiatura, Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone, Andrea Bassi, hanno una certa esperienza e sicuramente conoscono i canoni per la scrittura di un film; non esagerare con eventi casuali altrimenti la storia diventa subito non plausibile. E, invece, qui non si cercano soluzioni credibili e originali ma si abusa di eventi e situazioni casuali, rendendo il tutto sempre più improbabile e meno interessante. Forse un altro sondaggio Medusa dice che ai "giovani", pubblico ideale del genere, non interessa la storia che un film racconta, ma bastano le faccette carine e pulite di due o tre idoli di celluloide. D'altronde se questo vogliono, questo gli viene dato (ma è proprio così?). Si è riusciti a rivalutare i B-Movie italiani degli anni 70; non sarà facile farlo con questi esempi di produzioni per i "giovani" che relegano i nostri film commerciali nella serie C del cinema mondiale.

15/03/2010, 17:33

Stefano Amadio