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"Matrimoni e Altri Disastri": la commedia sulla risoluzione
di un matrimonio laico di Nina Di Majo


La commedia che ha per protagonisti Margherita Buy e Fabio Volo appare poco motivata, spesso debole e non particolarmente divertente. Ma è probabilmente colpa o causa del sistema appiattito dalla televisione.


"Matrimoni ed Altri Disastria è il terzo lungometraggio di Nina Di Majo che sarà nelle sale da venerdì con circa 300 copie. Il film è prodotto da Beppe Caschetto.

Sinceramente, dopo "Autunno" (1999) e "L’Inverno" (2002), ci saremmo aspettati una “primavera” o molto meglio un “autunno” considerate le precedenti impostazioni dei lungometraggi della regista. Invece arriva nelle sale questa commedia poco introspettiva destinata infatti al grande pubblico, arricchita da un cast costruito in modo interessante dalla brava Marita D’Elia. Il problema, purtroppo, sta in una sceneggiatura poco motivata che affrontata temi già narrati. Il costrutto narrativo non approfondisce infatti nessun personaggio a parte quello interpretato da Fabio Volo, ma anzi tende a perdere per strada le evoluzioni di certi ruoli minori come quello interpretato da Luciana Littizzetto. La sceneggiatura appare quindi poco ispirata e piuttosto dispersiva, non particolarmente divertente ma anzi a tratti debole. Sarebbe stato sicuramente maggiormente interessante sviluppare, accanto certo all’evoluzione della commedia, il piccolo dramma della solitudine della protagonista interpretata da Margherita Buy; invece il copione procede piatto e senza sorprese, abbastanza prevedibile anche se il finale riesce a lasciare una sua impronta seppur sempre poco persuasiva.

Il problema, più che nel produttore, negli sceneggiatori di indubbio mestiere (è questo il dato strano!) e nella brava ed interessante regista di cui senza dubbio preferiamo i suoi film più piccoli ed appunto indipendenti, appare piuttosto in un sistema che non spinge a rischiare, ancora di più quando si tratta di una commedia destinata al grande pubblico interpretata da nomi noti che sono stati imbrigliati dalla televisione in un ruolo più o meno omologato come i pur bravi Fabio Volo e Luciana Littizzetto. Bisognerebbe ritrovare davvero il coraggio di divertire pensando veramente al grande schermo e non certo acquietandosi sui più tranquillizzanti schemini della televisione che tanto piacciono al grande pubblico che pare non avere voglia di svegliarsi dal suo triste torpore, appunto come se fosse molto più comodo, divertente ed addirittura appagante, esultare da decerebrati come il personaggio interpretato da Vittorio Gassman ne “I Mostri” all’improvviso goal del calciatore del momento. Per stendere un velo pietoso sulla realtà e tornare a cose più serie come il film è da citare importante nello stesso la scelta di Margherita Buy come protagonista, che sostiene bene questo lungometraggio di Nina Di Majo e torna, e non debutta, alla commedia come ha tenuto bene a precisare la nota interprete durante la conferenza stampa. Certo ultimamente la Buy ha privilegiato ruoli drammatici, ma non è possibile dimenticarla in un film bello, e divertente ma non solo, come “Maledetto il giorno che ti ho incontrato” di Carlo Verdone (parliamo del lontano 1991); certo ultimamente in ruoli da commedia l’abbiamo vista nell’ultimo film di Giovanni Veronesi e, nel passato già più anteriore, in “Manuale d’Amore” sempre dello stesso regista.

Aspettiamo quindi Nina Di Majo ad una prova più sincera ed autentica come è già stata più che intraprendente a dimostrarsi capace, ed auspichiamo in un miracolo che permetta a diverse persone appiattite dal torpore quotidiano di risorgere a nuova vita ed iniziare a pretendere qualcosa di più almeno dal grande schermo. Solo così i produttori si sentiranno maggiormente spinti a rischiare e dirottare sulla qualità ed i cineasti potranno dare maggiore sfogo alla loro creatività. Certo, ne siamo purtroppo consapevoli, ci vorrebbe un autentico giudizio universale. In realtà sarebbe un buon punto di inizio ed una consolazione sufficiente iniziare a giudicare opere di interesse culturale nazionale film almeno un minimo più autentici ed interessanti.

"Avevo in mente di fare una commedia semplice, che potesse parlare ad un pubblico ampio e non fosse demenziale", ha dichiarato Nina Di Majo in conferenza stampa. "Amo sempre raccontare storie ambientate in un contesto borghese, quello di cui faccio parte e che quindi amo ed odio allo stesso tempo. Volevo raccontare della risoluzione di un matrimonio non in un contesto cattolico ma anzi laico, e poi mi piaceva molto, sempre nello stesso senso, l’idea di mettere al centro della narrazione due sorellastre. Ho pensato che Firenze, che trovo sia una città incantevole nella quale mi sono trovata molto bene, fosse perfetta per raccontare uno scenario come quello della famiglia in cui gravitano le protagoniste, colto ed aristocratico ma allo stesso tempo legato alla tradizione".

21/04/2010, 14:58

Giovanni Galletta