Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "L'Antico Mercato Mobile di Padova"


Note di regia del documentario
La lavorazione del documentario “L'Antico Mercato Mobile di Padova” è iniziata nell’autunno del 2005, sono state dedicate per questo lavoro 160 ore circa. Ho iniziato a preparare il film cercando i luoghi dove girare, reclutando i vari operatori del mercato mobile che potevano collaborare per le riprese di questo documentario, studiando costantemente le loro mosse operative di notte e di giorno, annotando di volta in volta moltissimi appunti che sono stati indispensabili per scrivere la sceneggiatura, creando una struttura che avesse un "percorso": con i personaggi, azioni con i personaggi (non solo interviste). Il documentario è stato girato durante le varie fasce orarie della giornata (notturne e diurne) ed in tutte le quattro stagioni dell’anno, con un grandissimo impegno, anche, di tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione. L’opera è stata interamente girata nei luoghi e nei tempi originali del mercato del centro storico e consiste in un vero e proprio atto d’amore alla città ed ai suoi abitanti. Sospeso tra passato e presente, il cortometraggio si presenta come uno sguardo nostalgico, ma mai retorico, sul microcosmo che si aggira intorno al Palazzo della Ragione, “una magica nave astrale” tra Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta. L’opera si divide in due capitoli Autunno-Inverno e Primavera-Estate, e registra con commozione e rispetto, lo spettacolo, il rito, della cerimonia di azioni dell’antico mercato mobile della fraglia dei fruttaroli e degli ortolani. Le riprese “dello spettacolo” iniziano prima dell’alba, a notte fonda, dove i trasportatori trascinano i loro carretti cigolanti sui vecchi selciati, sugli stessi percorsi degli antichi venditori medievali. Ho cercato sempre di seguire, come in punta di piedi, questi uomini dai gesti lenti e precisi, rispettandone i tempi, le gestualità, le espressioni e nel contempo cercando di ritrovare la magia di una parte della città , così conosciuta, ma mai veramente osservata con attenzione. Inoltre ho ripreso come atto significativo , l’unico momento non rubato alla realtà dei rumori della notte, ma presentato come una domanda non posta, il racconto struggente di un vecchio venditore riguardo una aggressione notturna da parte di alcuni giovani; una aggressione senza motivo, crudele e stupida, avvenuta in questo luogo di bellezza per riportare lo spettatore con commozione alle contraddizioni della realtà. Il fatto, infatti, colpisce per la semplicità con cui viene raccontato e per l’inspiegabile ottusità della mancanza di rispetto per il passato. Ho creato una costruzione inaspettata e ironica con l’incursione improvvisa del picchetto delle guardie in armatura medievali nella ronda sotto il Palazzo della Ragione, fantasmi del passato più remoto, invisibili anche all’occhio del custode che ci invitano, attraverso il gioco atemporale, a meditare sul senso della Storia; che ancora una volta ribadisce i forti legami tra passato, presente e futuro. La prima parte culmina con le festività natalizie, in cui vi sono le riprese di una dolce bambina bionda con gli occhi spalancati davanti alle luci di una giostra antica di cavalli, che con il suo movimento vorticoso trasforma l’immagine, in una fantasmagoria di arcobaleni sfavillanti..

Press Book: L’antico mercato mobile di Padova 5
Nel secondo capitolo dedicato alla Primavera-Estate, riprendo i consueti personaggi intenti nei loro eterni riti di apertura delle bancarelle arricchiti da un maggiore cromatismo. Si ricercano anche nuovi personaggi e nuove mercanzie e con le prime luci dell’alba si possono ammirare capitelli, logge, stemmi araldici in pietra, scaldati e accarezzati dal primo sole che sembra giocare con l’ombra, ritrovare e riconoscere la bellezza nei dettagli anche minimi delle architetture attraverso i delicati chiaroscuri. Infine, la sera: Piazza delle Erbe e le stesse stradine diventano monopolio dell’animazione giovanile e del percorso dei bar dello spritz. Ho cercato di raccontare con un efficace utilizzo della Steadycam, la folla disordinata, caotica e multicolore dei giovani nelle piazze per stupire improvvisamente con la riscoperta della bellezza mediante l’irrompere inaspettato di una coppia di ballerini di tango sulle note di Astor Piazzola, per incantare, con l’ eleganza e la sensualità, sia i giovani delle piazze che gli spettatori in sala. Chiudo il documentario,costruendo un nuovo percorso in bici e a piedi di una ragazza tra i bar dello spritz nelle stesse stradine antiche, commentato da un brano musicale ritmato e ipnotico dei Groove Armada. La ciclicità tra passato e presente, tra antico e nuovo, ho cercato di ribadirla attraverso molti elementi stilistici come ad esempio dalla presenza degli uomini maturi nel capitolo Autunno-Inverno e dai giovani nella Primavera-Estate, in una sorta di nostalgico girotondo. Con questo mio documentario ho voluto fornire attraverso innumerevoli dettagli, un affresco completo di una città e della sua variegata umanità, da tutelare, salvare e custodire come la cosa più preziosa del nostro tempo: la memoria.

Renata Berti