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"Ad Ogni Costo" del collettivo Amanda
Flor: un film duro ma non spietato


Per la sezione "L'Altro Cinema Extra" sbarca al Festival di Roma "Ad Ogni Costo", secondo film di Davide Alfonsi e Denis Malagnino, colonne del collettivo Amanda Flor di Guidonia, non lontano dalla Capitale.

Come nel primo film "La Rieducazione", si cammina tra le periferie più estreme che quella di "La Scuola è Finita" di Valerio Jalongo sembra Montecarlo. Qui i problemi sono reali, il degrado ha le radici profonde e anche se nell'intenzione degli autori più che al presente si vuole far riferimento a un probabile, rischioso futuro, le situazioni sembrano drammatiche e le soluzioni estreme.

Gennaro, il protagonista è un pusher che vuole "a ogni costo" riabbracciare il figlio tolto a lui e alla moglie finita in carcere, e affidato ai servizi sociali. Appare subito un'impresa disperata; il carattere irascibile, le reazioni violente da chi ha abusato di stupefacenti, e un recente passato da spacciatore non possono che convincere il Giudice a tenerlo lontano dal bambino.
Ma l'uomo ci prova a trovare un lavoro e a rimettersi in carreggiata. Un'impresa disperata che finisce dopo una serie di "no, per te non c'è niente". A quel punto Gennaro decide di tornare alla sua vecchia attività, lo spaccio di eroina. Con grandi capacità manageriali, quasi fosse il suo destino imprenditoriale come fare stoffe a Prato o il pescatore a Mazara del Vallo, mette su un giro di spaccio nel cadente quartiere dove vive, con tanto di vedette, consegne via cestino dalle finestre e la protezione di un ispettore di Polizia.
Il giro prende quota e, con i parametri della zona, Gennaro mostra il suo buon cuore quando può, aiutando amici come Paolo e non solo, sempre con l'obiettivo di riabbracciare il figlio grazie alla ormai crescente disponibilità economica.
Ma è l'uscita dal carcere della moglie, la spietata Luisa, a mettere sotto sopra il tranquillo e fiorente mercato di Gennaro. Grazie a un indulto la donna è fuori e a suon di pistolettate rivuole il controllo, e la percentuale sui guadagni da Gennaro, del mercato di eroina nella sua zona. La discesa diventa pericolosa e sempre più rapida verso una fine che stringe il cuore come e più di tutto il film.

"Ad Ogni Costo", girato nell'arco di tre mesi, con tecniche, materiali e attori amatoriali, non lascia mai la presa sul pubblico, riuscendo a far affezionare a personaggi come Gennaro e Paolo, negativi sì ma anche dotati di una umanità che pochi sanno di avere, forse neanche loro stessi, in un ambiente del genere.
Senza nulla di scritto, gli attori non professionisti hanno interpretato al meglio i loro personaggi, improvvisando su una scaletta di situazioni grazie alla loro ispirazione ed esperienza diretta. E funzionano.

"Ad Ogni Costo" è un film duro ma non spietato. La macchina a mano, simile a quella di Garrone in Gomorra, riesce a farci sentire l'odore degli androni malandati e dell'erba sporca a qualche passo dai protagonisti, aumentando quel disagio che tiene costante la tensione della storia. Fosse stato in concorso...
Una prova riuscita per il collettivo Amanda Flor che, dopo il riversamento del digitale su pellicola 35mm, proverà a distribuirlo nelle sale.

30/10/2010, 10:22

Stefano Amadio