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"Gangor": l'India più nascosta e tribale raccontata da Italo Spinelli


E' tratto dal racconto "Cos'hai dietro il corsetto, che hai?" della scrittrice indiata Mahasweta Devi, il film "Gangor", opera seconda di Italo Spinelli, presentato in concorso alla 5° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Il film racconta la storia di Upin, un fotoreporter inviato nel Bengala Occidentale per documentare lo sfruttamento e la violenza subita dalle donne tribali. L'uomo fotografa Gangor, una donna locale, mentre a seno nudo allatta il suo bambino. Quella foto sarà pubblicata in prima pagina su un quotidiano indiano e stravolgerà la vita della donna. Upin, ignaro del fatto, torna a cercare Gangor e senza volerlo entra in uno spirale di violenza che mai avrebbe pensato, anche perchè il suo lavoro è sempre stato incentrato sulla denuncia sociale.

"Gangor" è sicuramente un film coraggioso, un film di denuncia sulla condizione della donna, ma anche una denuncia a mezzi di comunicazione, che molte volte, anche inconsciamente, possono provocare molti danni. In questo caso, una foto in prima pagina di un nudo, ha stravolto la vita di una donna. C'è, inoltre, anche la caduta personale di un uomo, che con il suo lavoro di fotoreporter ha sempre cercato la verità e si è sempre impegnato nella denuncia sociale, senza però considerare come una sola immaggine possa rovinare la vita ad un altra persona. E' da questa consapevolezza finale, maturata in Upin, che porterà il protagonista in un viaggio a ritroso alla ricerca di Gangor.

Ilo film rispecchia fedelmente il racconto della Devi ed è una denuncia forte contro gli stupri che vengono perpetuati contro le donne nelle zone più povere dell'India, ma allo stesso tempo è un racconto della vita tribale di molte zone di questo paese, dove il sesso femminile ha anche molte "parità" sociali con l'uomo. "La mia storia ha a che fare con le donne nelle società tribali. In queste comunità gli individui sono forzati a lavori disumani da parte dei capi, ed a vivere in campi", ha detto al scrittrice, "però all' stesso tempo vi è un'eguaglianza sociale, è permesso il divorzio, vi sono matrimoni liberi e non esiste la dote.".

La regia di Italo Spinelli è molto particolare, "mescolando" tratti puramente europei ad altri di stampo asiatico. Il regista non cade nella banalità di fare un film "all'indiana", anzi, fonde tra loro elementi di pura fiction ad altri quasi documentaristici. "In India ho travato molti attori professionali e con Marco Onorato, il direttore della fotografia, ho fattoun lavoro di connubio tra la nostra cinematografia e quella indiana", ha dichiarato Italo Spinelli, "E' sicuramente un film particolare anche per l'India e spero venga accolto bene, perchè in questo paese la censura è molto forte e le scene di nudo e l'argomento trattato potrebbero ostacolarne l'uscita in sala".

Priyanka Bose, la splendida Gangor del film ha parlato in conferenza stampa del suo personaggio "il mio è un personaggio forte per il cinema indiano. Appena ho letto la sceneggiatura sono stata subito coinvolta dalla storia. Recitando il mio ruolo ho capito tantissime cose e sono maturata come donna, è perchè Gangor mi ha insegnita a lottare quando all'individuo viene tolta la dignità. E' stato un viaggio interiore importantissimo".

31/10/2010, 15:53

Simone Pinchiorri