!Xš‚‰

Note di regia del documentario "Asse Mediano"


Note di regia del documentario
Ho accettato di unirmi al progetto didattico sul cinema di Salvatore Mereu e Antioco Floris in primo luogo perché avevo sempre pensato che io e Salvatore intendessimo il cinema in maniera molto simile.
I primi tempi, tuttavia, si sono rivelati non sempre entusiasmanti: nell'aspettare soprattutto che incominciasse lo scambio tra la mia videocamera e i ragazzi, le mura scolastiche mi davano un senso di claustrofobia, quasi che mettessero la sordina alle riprese; un'altra sensazione riguardava l'estraneità rispetto a quell'età. Lo spartiacque è un momento in cui ero sull'Asse mediano diretto alla scuola di Sant'Elia, la luce del primo mattino si riverberava sul mare del Poetto (il fatto che si apra su questo mi fa amare molto questa strada): un brivido forte di emozione mi ha pervaso nel ripensare ai resoconti sentimentali e il loro tono quasi da "amor cortese" di alcune ragazze in associazione e in contrasto con la crudeltà nel disagio che può affacciarsi dai loro palazzi, simili a quelli che ha raccontato Sergio Atzeni in "Bellas mariposas", storia profondamente cagliaritana e al tempo stesso univerale. Ero sull'asse mediano dicevo e ho pensato emozionandomi che alla fine la Poesia e la sua universalità risiedono in un contrasto estremo. Mai come in quel momento la città, la mia città, mi è appartenuta. Nel periodo successivo ho vissuto nel senso di questa appartenenza il percorso di conoscenza della cultura delle comunità di Abdoula, senegalese e di Munira e Andrea, rom, le cui storie sono state raccontate in "Tajabone". A partire da quel momento nell'Asse mediano, in cui la luce del primo mattino si riverberava nel mare, la linea guida del documentario è stata una regia in ascolto delle emozioni (nell'assistere al mistero della creazione o nell'essere messo al corrente degli sviluppi di una storia d'Amore vero), i veri "marker" della "timeline" di infinite cassette tra cui, proprio per questo, non è stato così difficile barcamenarsi, riferimenti che ho condiviso con Salvatore, con le compagne d'avventura Laura Biagini e Rossana Patricelli e con i ragazzi. Quelle emozioni che tante volte è bastato un minimo accenno per farle tornare alla nostra memoria comune e che ora ci danno appuntamento come fotogrammi.

Michele Mossa