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Antonio Albanese: "Fare comicità in questo Paese senza
scadere in facili etichette, non è facile"


Antonio Albanese:
La commedia, la politica, il futuro del nostro cinema e quello del nostro Paese. Tanti gli argomenti trattati nella conferenza stampa di presentazione del film “Qualunquemente” di Giulio Manfredonia, condotta dalla giornalista Piera Detassis alla presenza della numerosa stampa intervenuta ieri a Roma presso il cinema “Nuovo Sacher”. I

Il film è senza dubbio tra i più attesi della stagione dato il riconosciuto successo di Antonio Albanese, stando al regista, lo spettatore si troverà dinnanzi a "un'opera inconsueta per il nostro cinema, che vive grazie ad un personaggio molto forte ed è difficile da collocare in un genere. Gioca sul filo del surreale e del paradosso, ma allo stesso tempo è tristemente realista". Protagonista assoluto, Albanese si è soffermato sul suo mestiere di comico: "Fare comicità in questo Paese senza scadere in facili etichette, non è facile. Dicono che faccio satira, ma preferisco parlare di commedia a 360°. Il termine satira ormai è inflazionato e strumentalizzato e in questi ultimi anni è stato davvero maltrattato". Chi conosce solo da poco la maschera di Cetto, può convincersi che il personaggio possa essere stato creato osservando certe voci sulle attitudini del Premier. In merito l'attore ci ha tenuto a puntualizzare: "Anche se potrebbe sembrare il contrario, non mi sono mai ispirato alle gesta di Berlusconi, anzi, ho sempre cercato di virare altrove rispetto a quel tipo di “maschialità”.Quando otto anni fa nacque Cetto La Qualunque, certi suoi atteggiamenti immorali riuscivano a stupire lo spettatore. Non avrei mai pensato potesse diventare un moderato, ma oggi a confronto di alcuni politici, sembra davvero essere un ciellino". Di certo, l'uscita in sala nella settimana in cui è nuovamente scoppiato il caso-Ruby, pare un segno del destino, ma per Albanese non è cosi:"Quando due anni fa il Premier venne travolto dal primo scandalo a luci rosse, parlando con Piero Guerrera ci siamo detti “tu pensa se il film usciva adesso”. Un anno fa, altro scandalo e di nuovo “tu pensa se il film usciva adesso”. Sei mesi fa ancora “tu pensa se il film usciva adesso”. E' il nostro Paese!".

E proprio lo sceneggiatore Piero Guerrera ha parlato della nascita del film:"Abbiamo riflettuto a lungo in questi anni, per capire se aveva senso portare a cinema Cetto. Con lui abbiamo un rapporto ambiguo, ci piace molto, ma avremmo anche voluto vederlo morto. Mentre ci ripetevamo che non sarebbe servito, il soggetto prendeva corpo. Poi sono arrivati Manfredonia e la Fandango e il progetto è decollato". Il film che racconta la storia di Cetto e i suoi amici, per Antonio Albanese "dei personaggi ridicoli, che non hanno buon gusto e trattano male le donne, destinati ad essere dei perdenti", è ambientato in Calabria, in quel sud Italia che Sergio Rubini definisce "".

L'ultima parola su Cetto La Qualunque, è spettata all'attore Luigi Maria Burruano, che con l'imprenditore corrotto non ci è andato certo leggero: "La triste realtà è che certa gente applaude Cetto perchè nutre simpatia, forse addirittura pensa che una parte di Cetto sia presente in tutti noi, quasi fosse un fenomeno antropologico. La verità è che uno come lui andrebbe messo al muro e sparato, sempre!".

19/01/2011, 13:34

Antonio Capellupo