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"Into Paradiso": una storia napoletana dal respiro europeo


"Into Paradiso", opera prima di Paola Livia Randi con protagonisti Gianfelice Imparato, un maturo mammone vittima di licenziamento e della sua ingenuità, e Peppe Servillo, nel ruolo del politico affamato, schiavo del potere e della malavita, in sala dall'11 febbraio 2011 distribuito da Cinecittà Luce.


"Into Paradiso" non è la solita storia napoletana di camorra, di bassi sporchi e rumorosi, di personaggi tutto cuore o senza cuore. O forse sì, ma il buono di questo film è che finalmente una storia napoletana potrebbe essere ambientata in qualunque città europea. La napoletanità non è fine a se stessa ed essa stessa spettacolo, ma funzionale a un intreccio di vicende senza campanile, a un incrocio di civiltà che potrebbe avvenire dovunque.

L'opera prima di Paola Livia Randi è ben costruita ma la storia rischia di avvitarsi su se stessa per mancanza di sbocchi. Una volta trovato il luogo per l'incontro dei personaggi, la vicenda procede con il freno a mano tirato per buona parte del film, e non basta la nascente love story tra il protagonista imbranato e la bella srilanchese a tenere viva l'attenzione. Cinque sceneggiatori cinque, avrebbero potuto creare qualcosa di più nella parte centrale del film.

Bravo il protagonista Gianfelice Imparato ("Gomorra", "Il Divo") nei panni del maturo mammone vittima di licenziamento e della sua ingenuità. Saman Anthony veste i panni della vecchia gloria del cricket srilanchese, finito a fare il badante a una vecchia napoletana. Poi Peppe Servillo che interpreta il politico affamato, schiavo del potere e della malavita. Credibile, ma non è Toni.

Il film, presentato a Controcampo Italiano del Festival di Venezia, uscira l'11 febbraio distribuito da Cinecittà Luce.

01/02/2011, 12:39

Stefano Amadio