Continua la "guerra dei sessi" di Fausto
Brizzi in "Femmine contro Maschi"


Femmine contro Maschi” di Fausto Brizzi con Ficarra e Picone, Claudio Bisio, Nancy Brilli, Emilio Solfrizzi, Serena Autieri, Francesca Inaudi e Luciana Littizzetto, è una commedia intelligente del giorno d’oggi, capace di divertire e fare trascorrere due ore serenamente. Ma per quanto ancora sarà il caso di avere bisogno di disconnetterci dalla realtà nella quale tocca rientrare dopo la visione del film?


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Con “Femmine contro Maschi”, seguito di “Maschi contro Femmine”, torna al cinema Fausto Brizzi, a solo pochi mesi dall’uscita del primo capitolo della “saga” in questione.

Facciamocene una ragione: funzionano le commedie, sono questo tipo di opere cinematografiche che portano il pubblico al cinema. Banale e ovvio quanto volete, ma una constatazione del genere potrebbe non essere mai abbastanza ovvia per chi rimane convinto di amare ancora il cinema vero e non quello che dannatamente continua, volutamente, ad assomigliare alla televisione. Ci piace infatti continuare ad essere fermamente convinti che signori come Pasolini, Fellini, Antonioni, Monicelli, o altri, facevano il cinema in Italia, perché certo la settima arte può essere anche in una commedia e non soltanto nelle opere drammaturgiche, poetiche o emotive che il sottoscritto continuerà ad amare ben fiero di perseverare nell’appartenere ad una minoranza, come proclamava Nanni Moretti ad un attonito Giulio Base in “Caro Diario” (ecco un altro che fa il cinema vero lo fa e addirittura al giorno d’oggi, questo signore che ha vinto a Cannes con “La stanza del figlio”). Oggi infatti per fare cinema potrebbe essere abbastanza non avere paura di rischiare, alla faccia dei gusti del pubblico medio, alla faccia di coloro che non riusciranno a capire la nobiltà di film più coraggiosi ma continueranno a commentare squallidamente su blog o insignificanti testate simile la triste frustrazione di non avere la possibilità di fare altro. Per quanto infatti ci sembrerà il caso di continuare a sconnetterci dalla realtà nella quale ci tocca rientrare alla fine del film? Per quanto ancora affolleremo i cinema senza nemmeno la lontana coscienza di trovarci sotto il telone di un circo dove viene giocata una partita di pallone che già abbiamo visto in televisione e registrata su una vhs?

Detto questo “Femmine contro Maschi” è un prodotto medio rispettabile ed a tratti divertente, mai volgare (grazie al cielo!) e capace anche di citare l’altro cinema. Il regista infatti occhieggia ai titoli di film americani, e fa rifare a Ficarra e Picone la lettera con la quale già Benigni e Trosi, e prima di loro Totò e Peppino, non hanno mancato di divertirci con intelligenza (altro ingrediente naturale che convive nel cinema in particolare e nell’arte in generale). Di ulteriormente apprezzabile nel film di Brizzi c’è il fatto che i comici chiamati a recitare lavorino bene senza rifare troppo sé stessi, provando quindi anche ad uscire dal personaggio che li ha fatti conoscere al grande pubblico.

Insomma, bravi tutti, il mestiere è indiscutibile, ma sarebbe bello provare a non pensare solo ai soldi , e almeno provarci a continuare a credere nell’arte e nella cultura, questa piccola, o forse immensa, cosa che pare essere sempre meno importante nel momento attuale. Non è certo colpa di Fausto Brizzi, anzi, (ci permetta solo di dissociarsi quando dichiara che i film intimi lo intriscono. Al sottoscritto intristiscono di più, anzi profondamente, certe commedie che non sono le sue), non è colpa di nessuno o forse è colpa di chi ha perso per strada il gusto e anche la voglia di guardarsi dentro (spero davvero che nessuno si senta chiamato in causa). Guardarci dentro per riscoprire quali sono i valori autentici in grado di emozionarci e colpirci, per riportarci alla vera essenza delle cose per le quali vale la pena vivere e quindi continuare ad avere voglia di fare sentire la propria voce.

04/02/2011, 16:33

Giovanni Galletta