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Approvato al Senato il decreto milleproroghe:
un euro in più sul biglietto del cinema


Passa al Senato la proposta del Governo sull'aumento dei biglietti per finanziare le agevolazioni fiscali alla produzione cinematografica. Dal 1 luglio 2011 fino al 31 dicembre 2013 andare al cinema costerà un euro in più. Presto il sì definitivo alla Camera. Valerio Jalongo: "Sì alla tassa di scopo, no all'aumento indiscriminato". Anec Lazio: "Siamo contrari, legge da rivedere".


Approvato al Senato il decreto milleproroghe: un euro in più sul biglietto del cinema
Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro il Terzo Polo, il Pd e l'Idv e l'Mpa. Così al Senato il governo incassa la fiducia sul decreto milleproroghe con 158 sì, 136 no e 4 astenuti. Il provvedimento, in scadenza il 27 febbraio 2011, approderà martedì 22 alla Camera per essere votato entro la settimana.

Non riesce ad andar giù a nessuno l'euro in più sul biglietto del cinema previsto dal prossimo primo luglio fino al 31 dicembre 2013. Il Governo Berlusconi con questo ennesimo balzello indiscriminato cerca di mettere una pezza ai continui tagli alla cultura e al suo Ministero competente. Ormai da anni il rifinanziamento delle sessioni per l'industria del cinema (e non solo) diventa occasione per tenere tutti sulla corda; settimane, mesi ad aspettare quei finanziamenti previsti dalla legge italiana in favore di questo settore industriale/culturale, per arrivare al "regalo" finale di Giulio Tremonti che scuce qualche euro (dopo una serie di dichiarazioni da terzo mondo tipo "la cultura non si mangia") e rinvia di un quadrimestre le nuove tribolazioni degli addetti ai lavori. E ora, il colpo di genio. Chi va al cinema finanzi il cinema. Sorvolando sul fatto che chi va al cinema già paga un biglietto e dunque finanzia l'industria dell'audiovisivo.

C'è anche chi però, con qualche dettaglio da chiarire, sarebbe favorevole a questa "tassa di scopo". Valerio Jalongo, regista e autore del documentario che proprio di cinema parla "Di Me Cosa ne Sai", non è del tutto contrario. "Credo che sia un primo passo verso un prelievo di scopo su tutti i soggetti - tv, telefonia, home-video, fornitori di contenuti su internet - che permetterebbe di avviare una seria politica cinematografica" ha detto Valerio Jalongo a Cinemaitaliano. "Credo anche che sia iniquo pensare ad un euro per tutte le sale. Bisogna, e fino a luglio c'è tempo per farlo, introdurre una percentuale sul prezzo, che preservi i cinema di qualità e le sale dei centri storici. Tra l'altro una intelligente politica di difesa delle sale che fanno programmazione di qualità e delle sale nei centri storici, sarà possibile solo se ci sarà un fondo a cui attingere".

Dunque un gatto che si morde la coda. Ma lo Stato è qui per questo; far partire il motore con stanziamenti pubblici e poi tirarsi fuori dal mercato una volta avviata la macchina. Tutto vero se ci fosse una progetto politico di pianificazione e sviluppo del settore cultura (...ma perché degli altri settori?). Comunque, anche se a fatica, l'idea di prelevare l'obolo a chi va nelle multisale, e visti i risultati al botteghino dell'ultimo anno non sono pochi, potrebbe essere digerita. E qui entrano in gioco esercenti e gestori. L'Anec Lazio (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) è, per definizione, categorica. "L’Anec Lazio non condivide il prelievo forzoso di 1 € sul biglietto del cinema. Lo considera una modalità assolutamente improponibile di rifinanziamento del FUS perché penalizza in maniera letale l'esercizio, aggravando la spesa delle famiglie e compromettendo la politica dei prezzi contenuti, attuata negli ultimi anni dal cinema nei confronti delle fasce più deboli." Sostiene l'Associazione laziale, e prosegue "Si tratta di un atto di sostanziale irresponsabilità da parte del Governo che, in questo modo, non attua alcuna scelta in un quadro di politica di investimento nella cultura, a differenza di altri paesi europei che la considerano una risorsa produttiva. Le conseguenze di ciò ricadono sul pubblico e sull’anello più debole della filiera (sale di quartiere, cinema d’essai e indipendenti). Lo scenario muterebbe, e così la valutazione da parte dell’esercizio" - continua l'Anec Lazio - "se fosse prevista la partecipazione ad un'ipotesi di prelievo da parte di tutti i soggetti che traggono un vantaggio economico (fatturato) dallo sfruttamento dell’opera cinematografica (esercizio, distribuzione, emittenti televisive, internet, noleggio e vendita homevideo, etc..), così come enunciato nel subemendamento Rutelli all’emendamento del Governo".

Torniamo dunque alla tassa di scopo, specie su quei media che dai film traggono molto spendendo poco.

L'Anec non è intenzionata a fermarsi alle parole e, al fine di mettere al corrente gli spettatori di quanto li aspetta nel prossimo futuro, farà partire a breve, in tutte le sale cinematografiche, una campagna informativa rivolta al pubblico.

Mancano quattro mesi all'entrata in vigore del prelievo, un periodo sufficiente (se non perdono tempo come di consueto) per pensare un piano adatto allo scopo e che non scontenti troppa gente.

Mentre aspettiamo l'approvazione della Camera dite la vostra sull'argomento.

17/02/2011, 10:35

Monica Straniero