Fondazione Fare Cinema
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Chiamatelo "cinema autonomo", non indipendente


Il primo volume della collana "libro+dvd" di DeriveApprodi propone l'uscita del film "Pietro" di Daniele Gaglianone


Chiamatelo
Si chiama Cinema autonomo italiano la nuova collana (composta da libri e dvd) pubblicata da DeriveApprodi da un'idea del produttore cinematografico Gianluca Arcopinto.

Arcopinto, recita la presentazione della casa editrice, è spesso descritto come "un produttore indipendente, coraggioso e scatenato. Forse anche un po’ donchisciotte, pronto ad affrontare pericolosi draghi e mulini a vento. Uno che non indora la pillola, che non accetta lo status quo, che non ci sta a calpestare la propria dignità. Uno che prova ad essere libero".

Con la complicità di Sergio Bianchi e di Ilaria Bussoni di DeriveApprodi, Arcopinto ha dato il via alla collana che si propone come "qualcosa di più e di diverso".

"Cinema Autonomo nell’accezione di indipendenza e singolarità", dice Arcopinto nell'introduzione al primo volume (pubblicato in accoppiata con il dvd di "Pietro" di Daniele Gaglianone), una specie di manifesto d'intenti.

Il libro è una specie di diario di quattro anni, per raccontare un mestiere e un mondo, e per raccontarsi. "Ogni anno, quando iniziano i corsi al Centro Sperimentale mi domando: in questo paese è possibile, corretto, ma soprattutto giusto, spingere delle persone tra i venti e i trent’anni a coltivare il sogno di fare cinema?", si chiede Arcopinto nel libro.

"No, non lo so se sia possibile, né corretto, né tantomeno giusto allevare questo sogno. Ma sì, bisogna sfidare la grandine. E lottare per un cinema non omologato, non allineato, non rassegnato", è la sua risposta qualche riga più in là.

In un dialogo a senso unico con il figlio Luca il produttore ripercorre la sua carriera, i suoi rapporti personali e lavorativi a volte complessi (come quello con Domenico Procacci) e a volte interrotti (come con Tavarelli), riflessioni sul bello (e il brutto) del cinema.

I prossimi dvd annunciati sono "Palabras" di Corso Salani, "Tarda estate" di Antonio Di Trapani e Marco De Angelis, "Di mestiere faccio il paesologo" di Andrea D’Ambrosio e "Rata nece biti", ancora di Daniele Gaglianone

13/03/2011, 14:50

Carlo Griseri