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"Jali Road": la storia di un neolaureato architetto in Malawi


Richard Rogers, famoso architetto contemporaneo, ebbe a dire: "non si può pensare un'architettura senza pensare alla gente".
Salta alla mente questa citazione mentre scorrono le immagini di Jali Road, il bel documentario firmato da Matteo Ferrarini in concorso al Riff 2011, il cui protagonista è un neolaureato architetto che accetta – e vince – una grande sfida: riqualificare l'ospedale rurale di Pirimiti, un piccolo villaggio del Malawi, sulla strada di Jali.

Lorenzo Pierini, perugino di 29 anni, s'imbarca in questa avventura, inizialmente senza sapere a quali e quante difficoltà andrà incontro, e che scopre in breve tempo l'importanza di fornire ai propri lavoratori malawaiani qualcosa di più di un contratto regolare.

Come il servizio di mensa, per garantire il quale sono sufficienti solo 400 euro al mese. Una cifra irrisoria e un trattamento normale secondo i nostri parametri, ma una totale innovazione in Africa. Lorenzo decide poi di assumere anche un'insegnante per impartire lezioni di inglese ai propri operai, “perché se lo parli hai più possibilità di accedere a lavori migliori e ben retribuiti”; organizza ogni settimana delle partite di calcio, vive gomito a gomito con i suoi operai. E quello che era iniziato come un lavoro a migliaia di chilometri da casa, diventa una grande famiglia di cui è bello (e molto complicato) fare parte e prendersi cura.

Il documentario è stato girato in cinque settimane, praticamente a costo zero ma con grande entusiasmo. E si vede. Il lavoro di Ferrarini sceglie – per sua stessa volontà – di non mostrare gli infiniti problemi di uno Stato come il Malawi, ma di registrare l'esperienza fruttuosa di un giovane architetto che, partendo da un progetto di riqualificazione di un ospedale, ha messo in piedi una rete di servizi efficiente e reso migliore la vita di un'intera comunità.

Una bella storia di solidarietà, di quelle che a volte è bene raccontare per non dimenticarci che volere è potere. Anche in Malawi.

23/03/2011, 11:00

Lucilla Chiodi