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"Boris Il Film": tutto il cast all'anteprima romana dell'Adriano


Mattia Torre: "No, non è in programma né una quarta serie né un secondo film. Prima andiamo a vedere questo".


La lunga attesa è finita. Il 1 aprile 2011 esce nelle sale “Boris – Il Film”, distribuito in 300 copie destinate probabilmente ad aumentare, a giudicare dall'enorme seguito dell'omonima serie televisiva che, dopo tre stagioni di successo, approda sul grande schermo.

Proprio come accade a René Ferretti che, stanco della fiction di infima qualità che ha diretto per anni, si butta anima e corpo in un progetto ben più che ambizioso: un film impegnato, tratto niente meno che da “La Casta”, bestseller di denuncia contro gli sprechi della politica.
Per farlo, lascia a casa la sua scalcinata troupe, facendosi affiancare dalla (presunta) crème del cinema italiano, e tornando poi – con la coda fra le gambe – a invocare l'aiuto dei compagni di sempre.
Le conseguenze, manco a dirlo, saranno catastrofiche, e la tanto sognata qualità si rivelerà un'utopia irraggiungibile “ma che serve a camminare”, come nella celebre frase di Eduardo Galeano citata da un ispirato Glauco Benedetti (Giorgio Tirabassi).

"Con questo film" – ha dichiarato Giacomo Ciarrapico, uno dei registi – "volevamo evidenziare come, nel nostro Paese, l'eccellenza e le cose fatte bene vengano quasi guardate con sospetto, mentre il pressappochismo la fa da padrone".

Cosa che non sfuggirà al povero Ferretti il quale, nonostante i lodevoli sforzi per portare a termine un lavoro fatto bene, si accorgerà presto che il mondo del cinema è ben più insidioso di quello della fiction televisiva.
"Non è stato facile lavorare con tre registi" - ha detto Francesco Pannofino - "perché ognuno provava a farci fare quello che voleva lui. Poi però, dopo interminabili discussioni in disparte, giungevano a un accordo. E il risultato è sempre stato più che soddisfacente".

Un film riuscito, con picchi esilaranti e trovate geniali (su tutte quella che vede il “numero 5 di Medusa” impersonato da una scimmia), in cui il trio Ciarrapico-Vendruscolo-Torre non fa sconti proprio a nessuno: cinepattoni, cialtronismo – rigorosamente bipartisan – attrici bisbiglianti e addetti ai lavori arrivisti e furbetti, protagonisti di una desolante fauna da commedia umana raccontata con graffiante ironia, che non rinuncia a un retrogusto amaro e un po' cinico.

28/03/2011, 18:51

Lucilla Chiodi