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"Reconciliation Mandela’s Miracle": un omaggio al
carismatico al personaggio di Nelson Mandela


The world needs people like him” (la gente ha bisogna di persone come lui) E’ la frase conclusiva della significativa intervista al regista statunitense Clint Eastwood, sul set di "Invictus", il film dedicato a lui, con immagini simboliche sul rugby per il ruolo prioritario avuto da questo sport nella riconciliazione in Sud Africa, apre Reconciliation Mandela’s Miracle, il pregevole docufilm del regista e cinefilo francese di nascita e statunitense d’adozione Michael Henry Wilson. Presentato lo scorso novembre in prima europea al Festival d’Amiens (Francia) e recentemente al Festival del film di Friburgo (Svizzera), il film ha conosciuto attenzione dai media e ha conosciuto il consenso del pubblico.

Il docufilm che ha richiesto circa 10 anni di intenso lavoro da parte di Wilson è un omaggio al carismatico personaggio Nelson Mandela ma è soprattutto una presentazione accurata e dettagliata del processo di riconciliazione tra i sud africani che avevano imposto l’inumano apartheid e coloro che per secoli l’avevano subito. La riconciliazione che ha del “miracoloso” è stato voluta ed è stata realizzata dallo statista africano con lungimiranza, grande forza di volontà, con 27 anni di detenzione nella famigerata Roben Island e una vita di militanza per creare una sola nazione. Il processo di unificazione prende spunto anche dal rugby- l’Africa del Sud nel 1995 vince la coppa del mondo di rugby con una squadra che era riuscita a mettere insieme giocatori sudafricani di ogni estrazione e di diverse etnie.

Ora come si era riusciti a formare una squadra, invincibile, attraverso un melting pot di qualità, così si poteva creare una nazione unica e democratica operando il miracolo della riconciliazione tra oppressori e oppressi.

Questo era il sogno di Nelson Mandela, divenuto oggi realtà. Ecco ciò narra "Reconciliation", attraverso pregnanti immagini (della dolorosa realtà del passato e di quella del vivere quotidiano d’oggi, non privo di problemi economici, ma in un clima d’intesa) e una serie mirate di interviste, che danno voce a tutti i protagonisti della scena politica sud africana, senza esclusione di sorta. In modo di permettere allo spettatore di meglio comprendere quello che fu per secoli una delle vergogne della razza bianca. Il lodevole modello del Sud Africa potrebbe essere valido anche in altre nazioni dilaniate dalle lotte fratricide interne. La riconciliazione è possibile, ma bisogna trovare gli uomini capaci di farla, bisogna trovare dei “Mandela”.Ora anche facendo astrazione dai contenuti sociali e politici il docufilm di Wilson è una opera pregevole per concezione e realizzazione. Le interviste a personaggi chiave del Sud Africa come il vescovo Desmond Tutu, il giudice Albie Sachs, difensore dei diritti umani, F. W. de Klerk, ultimo presidente del Sud Africa, il ministro Adriaan Vlok e tanti altri sono intercalate con perizia e ritmo ad immagini della vita quotidiana. Da quelle del passato, molte in bianco e nero o seppia, che provocano indignazione e ancora sofferenza, a quelle avvincenti del rugby, a quelle splendide di Mandela e a quelle luminose dei paesaggi sud africani, che dicono la bellezza della terra dell’arcobaleno.

"Reconciliation Mandela’s Miracle" è un’opera riuscita che merita di essere vista da tutti coloro a cui sta a cuore la libertà e la dignità umana. Il Film che è stato premiato ai festival di Hollywood 2010 come miglior documentario e Conscious Life, Global Impact Award U.S. è stato presentato, anche in Sud Africa. In Italia invece è ancora inedito. Penso che a breve scadenza La Trigon Film, distributore svizzero specializzato in film di cinematografie di paesi lontani lo presenti su DVD.

11/04/2011, 19:24

Augusto Orsi