Fondazione Fare Cinema
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Gianni Celati e il suo "Cinema all'aperto" in
un volume da collezionare edito da Fandango


Gianni Celati e il suo
Una piccola antologia degli scritti dedicati al cinema di Gianni Celati, e una selezione delle interviste e degli interventi "sul" cinema dello stesso Celati: è questo ciò che si può leggere nel volume "Cinema all'aperto", edito da Fandango e allegato a un lussuoso cofanetto con i tre documentari realizzati dallo stesso Celati nella sua carriera ("Strada provinciale dell'anima", "Il mondo di Luigi Ghirri" e "Case sparse-Visioni di case che crollano").

“Ormai l’obbligo principale in tutte le attività è quello di fare dei prodotti di consumo e di facile smercio. Nella letteratura sta accadendo lo stesso e i libri diventano sempre più tutti uguali, scritti nello stesso modo, etc. Mi sembra che il documentario rappresenti ancora uno dei pochi spazi di lavoro e di pensiero non completamente devastati – ancora un terreno di ricerca – con una straordinaria fioritura di esempi degli ultimi anni. Non so quanto durerà”, ha detto Celati.

Nel volume, agile ma denso, si trovano le critiche ai suoi lavori ma - soprattutto - le sue critiche al cinema, da una riflessione sui film di De Sica, Rossellini e Zavattini a una acuta disamina di "Nel corso del tempo" di Wenders, senza dimenticare quanto lo scrittore-regista ha detto sul lavoro di Michelangelo Antonioni.

Gianni Celati, nato nel 1937, è tra i maggiori narratori italiani contemporanei. Ha esordito nel 1971 con "Comiche", un libro presentato a Einaudi da Italo Calvino. Negli anni Ottanta ha attraversato l’Italia insieme a fotografi tra cui Luigi Ghirri, offrendo una nuova lettura del paesaggio culminata in "Verso la foce".

26/04/2011, 19:42

Carlo Griseri