Una scena di "I Baci mai Dati"
Roberta Torre scende di nuovo al sud per raccontare le vicende di una famiglia normalmente sfasciata.
Mille colori, 100 acconciature, decine di abiti tra chic e kitch, per un quadro pop dalle tinte abbaglianti.
Dietro al sottile velo di colore però si muovono personaggi leggeri, ai quali, vicende che sconvolgerebbero la vita di chiunque, riescono a malapena a fare il solletico.
Manuela (
Carla Marchese) è una ragazzina di 13 anni che, vittima di una notte agitata dal caldo e dall'età, dice di aver visto la
Madonna, la cui statua nella piazza del quartiere ha perduto la testa. Grazie alla sua "visione" il pezzo di scultura verrà ritrovato e rimesso al suo posto. Da quel momento la ragazza è, per tutti, in contatto con la Madonna, e dunque si comincia a creare una fila di questuanti davanti a casa sua.
La mamma (
Donatella Finocchiaro) senza alcuno scrupolo e con l'aiuto di Don Livio (
Pino Micol) organizza una specie di santuario in casa, dove Manuela, controvoglia, incontrerà ogni giorno un esercito di bisognosi. A pagamento ovviamente. Gli incontri proseguiranno fino all'arrivo di chi ha veramente bisogno di aiuto; un incontro che spingerà Manuela a mollare tutto, finché...
I "
Baci mai Dati", è narrato in maniera lineare, con poche uscite ed entrate che renderebbero più ricca la storia. Anche il tema centrale sembra affrontato senza scavare, sia nei personaggi sia nei risvolti degli accadimenti. Le conseguenze sulla ragazza, la posizione della Chiesa, il coinvolgimento dei fedeli sono solo abbozzati, mentre si sente il bisogno di andarne a vedere i riflessi.
Scenografia di
Biagio Fersini e costumi
Loredana Buscemi colorano la fotografia di
Osvaldo Bargero ma sono spesso eccessivi e fini a se stessi.
Tra gli interpreti
Donatella Finocchiaro sottolinea senza risparmio la pochezza del suo personaggio con movimenti ed espressioni "da stupidina". Controllati invece
Giuseppe Fiorello nei panni del padre e la giovane
Carla Marchese al suo debutto nel cinema, riflessiva e quasi rassegnata al suo destino.
Pino Micol è Don Livio, giusto nella sua poco ortodossa attività parrocchiale. Sorridente all'eccesso
Piera degli Esposti, parrucchiera e fattucchiera che manovra le vite delle povere donne del quartiere.
Il film di
Roberta Torre, già ospite al Festival di Venezia 2010 e al Sundance 2011, sarà in sala da venerdì 29 aprile distribuito da
Videa-CDE.
27/04/2011, 15:40
Stefano Amadio