“Girls on the air”: emanciparsi nell'Afghanistan post-taliban
Armate di microfono e registratore entrano nei tribunali, nelle università, negli orfanotrofi, camminano per le strade di
Herat e nei villaggi più sperduti intervistando uomini – ma soprattutto donne – fornendo istantanee sull'
Afghanistan post-regime, un Paese che è cambiato e continua a cambiare. Ogni giorno.
Sono le ragazze di
Radio Sahar, protagoniste del documentario di
Valentina Monti dal titolo "
Girls In The Air", finalista al
Contest, il festival dedicato al cinema documentaristico organizzato dal
Cinema Aquila di Roma.
La Monti torna, con questo lavoro, a occuparsi di radio, come già nel precedente documentario del 2004 "
Radio La Colifata", storia dell'emittente radiofonica del'ospedale psichiatrico di
Buenos Aires. E, anche in questo caso la storia è di quelle che meritano di essere raccontate.
Humaira è una venticinquenne laureata in giornalismo che, qualche anno fa, ha deciso di mettere in piedi una piccola radio indipendente formata unicamente da donne, con l'obiettivo preciso di diffondere nella popolazione (in particolare quella femminile, tradizionalmente vessata da ingiustizie e discriminazioni di ogni genere) una maggiore e più profonda consapevolezza in materia di diritti civili.
La formula è semplice quanto efficace: utilizzare un linguaggio accessibile e arrivare a chiunque con uno strumento – la radio appunto– che è il mezzo di comunicazione più diffuso nel Paese. Fra gli ascoltatori di
Radio Sahar infatti, non ci sono solo donne, ma anche molti uomini; un dato fondamentale secondo
Humaira, proprio perché la cultura dei diritti civili si può e si deve sedimentare in modo trasversale e a tutte le età. Ecco quindi le trasmissioni dedicate interamente ai bambini, che si affiancano a notiziari, interviste ma anche ai radiodrammi, nei quali si affrontano temi come la diffusissima violenza domestica.
Le ragazze di
Radio Sahar danno una voce a chi non l'ha mai avuta, diffondono cultura fornendo così degli strumenti per andare verso un cambiamento reale, quello che vorrebbe l'
Afghanistan un Paese nel quale alle donne è possibile scegliere: scegliere con chi sposarsi, scegliere di lavorare, scegliere di essere indipendenti.
Una storia di coraggio ed emancipazione che viene da un Paese spesso considerato – a torto – arreso a una condizione di ineluttabile arretratezza.
21/05/2011, 09:00
Lucilla Chiodi