Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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I vincitori della 2° edizione del Filmfestival sul Paesaggio


I vincitori della 2° edizione del Filmfestival sul Paesaggio
Vincitori sezione “IL PAESAGGIO BENE COMUNE DA PRESERVARE”
1° premio

La vita, le piazze, il sogno… di Luigi Giuliano Ceccarelli - Roma RAI Educational | durata 30’
Motivazione: Il documentario consegna la dimensione urbana delle città, concepite come luoghi di relazioni e di incontri. La piazza, in questo contesto, è il fulcro della vita sociale e delle diverse relazioni, luogo sociale per eccellenza. Il documentario, accattivante per la coinvolgente voce narrante, grazie alla maestria della scelta e della sincronia dei tempi delle esposizioni, delle immagini proposte e del testo narrato, mostra la forza e la bellezza di un paesaggio urbano che offre la possibilità dell’incontro tra diversi volti che si affrettano, si soffermano, convergono o transitano per questo luogo focale della comunità. L’armonia delle forme architettoniche presentate nel breve saggio documentaristico, per converso, richiamano alla memoria i non luoghi delle diverse ma identiche città contemporanee costruite senza centri, senza piazza da cui partire o in cui arrivare. Una riflessione sulla mancanza di identità e di anonimità che caratterizza il vivere urbanizzato di oggi, a differenza delle città consegnatici dalla storia passata, sostituito vieppiù oggi da virtuali piazze informatiche che, se anche invasive, sono diventate così essenziali dell’oggi pur spersonalizzando il rapporto diretto e identitario delle persone con i propri luoghi.
2° Premio
Terre al margine Wasted
di Alessandra Ondeggia - Martina Franca (TA) | durata 10’ 52”
Motivazione: Grazie a un ritmo martellante e incalzante, Terre al margine, ben rappresenta l’odierno smarrimento di senso nell’essere costretti a vivere in ambiti, in terre, in cui si è distrutta una pur che sia possibilità di riconoscimento. Il documentario, è la dimostrazione immediata di città mal costruite perché mal pensate e progettate. Nidi di alveare, loculi cimiteriali per persone vive, luoghi senza anima in cui la bruttezza domina e invade permeando ogni dimensione umana e urbana, tanto da spingere chi vive alla perdita di sé, all’estraniamento. Nell’efficacia sintesi espressiva, il documentario è un richiamo forte, per converso, alla bellezza negata e alla ricerca di una dimensione più umana delle città.
3° Premio
Aquiloni Controvento
di Alessandro Stevanon - Jovençan (AO) | durata 25’
Motivazione: Aquiloni controvento è un racconto-testimonianza di come la bellezza, infine, salva. Alla fine di tutto, così come al suo inizio, ogni cosa vive e si esprime per la bellezza, cioè per la ricerca armoniosa e perfetta delle cose che esistono. Dall’alto e dalla profondità di una vita vissuta, ci si può ancora commuovere di fronte allo spettacolo della natura, si può ancora lottare per riportare alla memoria una dimensione ancestrale ancora pulsante nell’intimo delle pietre delle case, nel colore, nei rumori, negli odori e nei sapori di una terra che ha saputo vivere interpretandone i suoi nessi più profondi. Una testimonianza magistrale e preziosa, una sequenza di racconto e immagini che consegnano alla responsabilità di ciascuno il compito di proseguire nell’opera di ricollegamento del proprio essere con l’essere della natura.

Vincitori sezione “IL VOLTO UMANO COME PAESAGGIO RACCONTA GLI INCONTRI"
1° Premio
Dulce
di Ivan Ruiz Flores – Madrid | durata 14’4”
Motivazione: In appena 14 minuti di sequenza è concentrata l’essenza di una eternità. L’incontro e la relazione tra generazioni, il tendersi e darsi la mano tra due persone anziane già verso il tramonto delle loro vite così come di due bambini ancora incerti nel loro cammino, provano la forza, l’impeto e l’urgenza dell’amore, cioè di ciò che non muore. E non muore mai il sentimento che accompagna ciascuno anche quando si chiudono gli occhi per riposare. Con la delicatezza di un tocco d’arte, in uno struggente e quasi surreale quadro paesaggistico, il gioco proposto innerva e innesta di senso profondo ed essenziale le parole che altrimenti pronunciate, sarebbero solo flatus vocis.
2° Premio
Traiettore invisibili
di Luc Walpoth – Torino | durata 13’5”
Motivazione: L’antica arte di raccontare è rievocata con particolare maestria. Tutti i giorni ci incontriamo con altri volti: per strada, in treno, sui posti di lavoro. Volti consueti nel nostro paesaggio quotidiano a cui non prestiamo attenzione ma che sono portatori di storie, di pensieri, di progetti. Un racconto immaginario che diventa esso stesso reale in quanto vissuto dalle persone che da esso sono attratte in ascolto. Storie, vere o non vere non ha qui alcuna importanza; esse vivificano le persone narrate, danno un senso e una traiettoria possibile alle molteplice e improbabili coincidenze di vita accadute. Traiettorie, appunto, in cui ci si sfiora, ci si guarda appena fugacemente, in cui, magari, per un attimo, si cammina pure insieme, e poi ognuno riprende la sua traiettoria. Racconto evocativo, surreale, ma allo stesso tempo, suggestivo grazie anche alla brillante prova del protagonista che ha interpretato da par suo il senso del documentario.
3° Premio
Facce nuove
di Marzia Marzolla – Roma RAI Educational | durata 14’
Motivazione: Chi viaggia oltre i confini della propria comunità o chi addirittura, viaggia per le periferie mondiali della povertà e della fame, se è appena sufficientemente attento a cogliere le differenze paesaggistiche non solo naturali e ambientali, s’immerge dentro una geografia di volti umani, carica di identità culturale e di una storia personale e collettiva. A volte, da questi incontri fortuiti e casuali e da questi viaggi nelle terre d’altri, nascono relazioni fra persone. Ma, a volte, invece, tali incontri, anzicché essere una porta da cui si può accedere a un ricco e infinito patrimonio culturale sconosciuto, genera paura, ansia, angosce personali e collettive foriere di chiusure mentali e sociali a causa delle difficoltà a capire e gestire le differenze come un’opportunità anzicché come un rischio. Non nel caso di Facce nuove, dove vedere ‘l’Altro’, entrare in contatto con ‘l’Altro’, far entrare ‘l’Altro’ nella propria vita, è un aprire gli occhi al cambiamento possibile, un punto di partenza per l’elaborazione di una visione etica e di un nuovo paradigma di convivialità sociale e politica, dimostrando, per chi non vuole chiudere gli occhi e vuole lasciarsi interrogare da questi volti, che l’incontro con l’Altro, la sua accoglienza possono essere un’opportunità. Il documentario- intervista ci offre uno sguardo su ‘l’Altro’, dell’Altro, nella sua fondante diversità e nel suo essere portatore di ricchezza e novità per la nostra vita e la nostra stessa cultura. Narrare il paesaggio dei volti sottesi in questi incontri, significa tracciare la mappa di una geografia umana diversa, aperta alla comprensione e alla condivisione.

06/06/2011, 16:10