Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "La Voce di Rosa"


Note di regia del documentario
"Rosa Balistreri, era ed è la Sicilia o meglio la sua antica sofferenza. Definirla semplicemente una cantante folk o un’interprete o una voce profonda, non basta. Ha cantato la Sicilia come nessun altro, il suo è stato il vero canto popolare, ciò che per gli schiavi afro-americani era il blues; infatti come loro ha cantato la terra, il carcere, la violenza subita, l’ingiustizia, un amore profondo per ciò che faceva".
Rosa Balistreri appartiene all'immaginario più profondo della Sicilia, esponente di un certo modello di attivismo culturale. Un'icona che rappresenta in maniera forte e completa il rapporto difficile, di odio e amore, che molti siciliani, forse quelli dallo spirito più libero e irrequieto, hanno nei confronti della loro terra.
Eppure, come ha scritto il poeta Ignazio Buttitta, che collaborò con lei e le fu amico, "ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza…"
Questo film documentario a lei dedicato è costruito con filmati, foto e canzoni, raccolti tra privati ed enti pubblici, e testimonianze di quelli che l’hanno conosciuta; a cui si aggiungono parti appositamente ricostruite con attori.
È un omaggio diretto all’artista attraverso le sue canzoni, ciascuna delle quali dà il la a un episodio della sua vita artistica e personale o a un tema; e allo stesso tempo racconta un momento della storia sociale e culturale della Sicilia, quando i protagonisti si chiamavano Sciascia, Guttuso, Consolo, Buttitta.

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