Fondazione Fare Cinema
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Note di produzione del film "Amore Carne"


Note di produzione del film
Amavo molto il teatro di Pippo Delbono. E poi ho scoperto il suo cinema. Quando ero alla direzione del Festival del Film di Locarno, ho cercato di ottenere il suo secondo film, "Grido", in prima mondiale. Ma per varie ragioni il film andò a Roma. Quando, l’anno successivo, Pippo Delbono venne in Svizzera a recitare l’autobiografico «Racconti di giugno», andai a salutarlo alla fine dello spettacolo. Pippo non mi conosceva e immaginava un direttore di Locarno un pò più vecchio, e tanto arrabbiato. Invece non lo ero (ne troppo vecchio ne arrabbiato). E ci mettemmo a ridere.
Poi, la notte di questo primo incontro, mi parlò di un nuovo film che stava preparando, girato interamente con un telefonino. Mi diede un premontato. Un film potente sull’Italia di oggi che diventò "La Paura", e che presentai in prima mondiale a Locarno nel 2009, accompagnato dalla prima retrospettiva dedicata al cineasta…
L’anno successivo, diventato direttore della Cinémathèque suisse – la Cineteca nazionale – a Losanna, mi sembrava naturale fare tornare Pippo Delbono a presentare il suo lavoro da noi. La nostra venerabile istituzione, ormai più che sessantenne, presenta da sempre il cinema moderno e radicale, scoprendo nuovi percorsi di cinema.
Ma di nuovo, lui stava lavorando su nuovi materiali girati per il mondo. Me li voleva far vedere. Lo raggiunsi a Modena per preparare la sua venuta in Svizzera. E quando vidi queste sequenze, mi sembrava che nasceva un altro film. Pensai che il suo soggiorno a Losanna poteva magari permettergli di andare avanti con questa nuova opera. In collaborazione con l’Ecal (la scuola di cinema della regione) e Casa-Azul films, la Cineteca svizzera gli mise a disposizione i mezzi tecnici, le persone, lo spazio e il tempo necessari alla costruzione di questo nuovo film. Che si chiama "Amore Carne" e approda oggi, ne siamo onorati, a Venezia. Un viaggio di sogni, incontri, momenti colti dal suo occhio intenso; un viaggio attraverso la morte, la danza, la vita e l’amore. Un film che, senza dubbio, segna l’inizio di un nuovo percorso per questo regista così diverso nel cinema moderno – e che siamo felici di condividere con questo formidabile creatore italiano.

Frédéric Maire
Direttore della Cinémathèque suisse