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"W Verdi, Giuseppe!", come l'opera ha creato l'Italia unita


L'Italia è stata unita più dall'opera lirica che dalla politica: partendo da questa convinzione Davide Livermore e Roberta Pedrini hanno realizzato "W Verdi, Giuseppe!", singolare viaggio nella storia d'Italia attraverso la musica.

Un'opera insolita e originale, in cui la "cultura" (non solo in senso alto) è padrona assoluta della scena, spaziando da Verdi alla tv senza cadute di tono. La farsa burlesca è il tono scelto dagli autori, con Alfonso Antoniozzi e Davide Livermore che si dilettano in continui travestimenti e collegamenti dotti che uniscono le varie parti del documentario.

Documentario, a dire il vero, non sarebbe la parola adatta a descrivere questo progetto: coprodotto dalla Radiotelevisione Svizzera Italiana e dalla torinese Associazione Baretti sarebbe forse meglio fruibile in una visione "a pillole", di una decina di minuti al massimo. Talmente pregna di contenuti e di riferimenti (letterari come televisivi, da Verdi a Bice Valori) da risultare un po' faticosa al termine degli 87 minuti di visione.

"La tv di oggi non è più quella di una volta", ci ha detto lo stesso Davide Livermore. "Siamo cresciuti con i documentari di Cousteau in prima serata e con dei varietà del sabato sera che erano fatti da gente che aveva studiato. La tv svizzera italiana è oggi la migliore tv italiana che esiste, li abbiamo scelti perché sapevamo che ci avrebbero ascoltati e che ci avrebbero seguito".

"Il ruolo del melodramma italiano viene rivissuto in questo lavoro attraverso il varietà televisivo, la tv con cui sono cresciuto poteva comunicare la cultura in maniera ironica, l'ha sempre fatto (dalla Biblioteca di Studio Uno in poi!). La tv educava, non ragionava solo in base ai numeri, facendo garette sterili con Mediaset: tanta gente la usava per imparare, ma ormai quella è una resistenza culturale che fa solo certo teatro. La parodia si può fare solo quando si "conosce": l'opera è stata il più grande entertainment che gli italiani abbiano mai inventato. Come dice il "nostro" Verdi alla fine del film, la nostra arte è molto meglio di quello che siamo noi. L'opera sa parlare la lingua del popolo, è un fatto storico: nell'800 era diventata un genere popolare, e tutti la andavano a vedere come oggi si aspetta il Cinepanettone!".

"W Verdi, Giuseppe!" è stato presentato quest'estate al Rossini Opera Festival, e sarà riproposto al pubblico il 18 ottobre al Piccolo Regio di Torino. Dal 19 ottobre sarà in vendita il DVD con il quotidiano La Stampa a Euro 8,90 (inizialmente solo nel Nord Ovest).

17/10/2011, 14:21

Carlo Griseri