"Piazza Garibaldi" al Nuovo Cinema Aquila di Roma


"Piazza Garibaldi" di Davide Ferrario sarà proiettato il 5 novembre 2011 alle 20:30 al Nuovo Cinema Aquila di Roma alla presenza del regista.

Piazza Garibaldi” è un toponimo che si incontra in qualsiasi città italiana. E’ la metafora della nazione e della sua storia. Come nel fortunato e premiato "La strada di Levi", Davide Ferrario si mette in viaggio: stavolta sulle orme della spedizione dei Mille. L’obiettivo: verificare il rapporto tra passato e presente, partendo da Bergamo, una volta “Città dei Mille” e oggi roccaforte padana, per arrivare fino a Teano. Il viaggio è pieno di sorprese, incontri, riflessioni. Un grande road movie attraverso la storia e la geografia del paese, cercando di rispondere a una domanda assillante: perché noi italiani non riusciamo più a immaginarci un futuro?

Illuminanti le dichiarazioni dello stesso Ferrario: “E’ un viaggio pieno di sentimenti e di pensieri, talvolta contraddittori, che muovono da un fondamentale amore per il paese e per la nostra storia, in particolare per l’avventura dei Mille. Soprattutto, ci interessavano i nessi tra passato e presente. Fin dall’inizio abbiamo cercato di fare un film antropologico, dove i riferimenti all’attualità e alla politica fossero filtrati da una prospettiva profonda: perché il ruolo degli intellettuali deve essere quello di vedere più lontano del dibattito pubblico di ogni giorno. Ecco perché fin dall’inizio c’è la sovrapposizione tra storia collettiva e storia privata. Quando dico che nel centenario del 1961 io avevo cinque anni e adesso che sono un uomo mi ritrovo a fare questo film, di mezzo c’è tutta la parabola della mia generazione. La cadenza di questi anniversari non è puramente accademica, è la misura della nostra vita di italiani. Quello che ci colpiva costantemente durante le riprese era la scoperta, al nord come al sud, di italiani impegnati in una loro privata lotta di resistenza al declino del sentimento nazionale di cui tutti parlavano. Un’Italia sottotraccia, ma vitale. L’anniversario, e anche la figura del presidente Napolitano, hanno catalizzato forze che c’erano ma erano disperse e separate, forse anche rassegnate a sentirsi minoranza. Salvo poi scoprire che minoranza non lo erano affatto. Questo è ovviamente un paese pieno di guai, ma alla fine del nostro lavoro e del nostro viaggio – pur nell’amarezza di certe constatazioni oggettive – ci resta addosso un senso di orgoglio e di convinzione.”

04/11/2011, 09:00