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SOTTODICIOTTO 2011 - "Vite da recupero", l'Italia indebitata


SOTTODICIOTTO 2011 -
Difficile forse immaginare un tema più arido da raccontare di quello del "recupero crediti", e invece il documentario di Enrico Verra "Vite da recupero" riesce nell'impresa di far entrare lo spettatore nel problema, senza banalizzarlo e perdipiù con una narrazione fresca e (anche) divertente.

Merito dei suoi protagonisti, il "guru" della materia, Gianpaolo Luzzi e uno dei suoi migliori "recuperatori", Paolo Degan, che vengono seguiti dalla telecamera di Verra sia nei momenti di relax, sia in alcune convention e nei difficili tentativi di incontrare i debitori per "portare a casa il denaro", come dicono loro stessi.

Nel 2010, in Italia, sono state lavorate oltre venti milioni di pratiche di recupero crediti: un popolo che si vantava di essere molto risparmiatore si è trasformato nell’ultimo decennio in un popolo di indebitati. Il lavoro dei recuperatori di credito è difficile e ricco di sfaccettature ("Una volta era facile, ora bisogna essere un po' investigatori, un po' psicologi, un po' confessori, un po' amanti... La cosa fondamentale è ridurre a zero l'empatia, altrimenti è finita!", spiega Luzzi).

Alternando sapientemente le interviste ai debitori (tre storie profondamente diverse tra loro: una di raggiro subito, una di debiti dovuti alla crisi e una di soldi scialacquati impunemente e senza rimorso), Verra tiene alta l'attenzione del pubblico e il ritmo, regalando risate sincere e altrettanto sincero sdegno per un problema che in Italia viene troppo spesso dimenticato o sottovalutato.

Una pecca da segnalare è la sensazione - che si ha sul finale - che il documentario possa sembrare involontariamente uno "spottone" dello studio Luzzi... Peccato veniale, comunque.

15/12/2011, 08:44

Carlo Griseri