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"At the end of the day", purtroppo non è un gioco


Stupisce e conquista l'esordio nel lungometraggio - dopo tanti video musicali - di Cosimo Alemà, "At the end of the day".

Un gruppo di amici decide di passare la giornata sfidandosi a soft-air. Sembra uno svago come un altro, ma due minacce incombono: un ragazzo del gruppo, all'insaputa di tutti gli altri, ha con sé una pistola vera, e nella zona si muovono alcuni personaggi che non hanno nulla a che fare con il gioco.

Un film thriller-horror come di rado se ne vedono nel nostro paese: il film di Alemà si iscrive di diritto nella rosa di 3-4 film italiani più interessanti in questo genere degli ultimi anni.

Merito delle atmosfere (la periferia romana scelta come location è "anonima" al punto giusto) e di un pugno di attori internazionali dai volti poco noti in Italia scelti con molta cura.

"At the end of the day" riesce a tenere alta la tensione per tutta la sua durata e a essere al contempo credibile: alcuni luoghi comuni sono presenti, certo, ma non stonano. Una critica si può fare invece al doppiaggio in italiano, non eccezionale: meglio - approfittando della fresca uscita in home video - ascoltarlo nell'originale inglese coi sottotitoli.

08/01/2012, 09:00

Carlo Griseri