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Da Manduria a Ventimiglia, la fabbrica dei clandestini


Il nuovo capitolo del documentario di TeleImmagini? proposto nella sezione "Fare Cinema a Bologna e in Emilia-Romagna" di Visioni Italiane


Da Manduria a Ventimiglia, la fabbrica dei clandestini
Nonostante l'oblio che i grandi mezzi di comunicazione hanno ormai fatto scendere sulla tematica, solo pochi mesi fa giornali e tv erano concentrati sulla cosiddetta "emergenza clandestini".

Il progetto di TeleImmagini? dal titolo "La Fabbrica dei Clandestini" si propone - per ora in due capitoli - di fare il punto della situazione e di cercare un maggior grado di comprensione di quanto avvenuto.

La prima parte è dedicata al campo di Manduria, in Puglia, di cui i tg si sono occupati per qualche tempo parlando (quasi) solo delle fughe e della caccia all'immigrato che alcuni avevano organizzato nelle campagne limitrofe. Le telecamere degli autori del documentario vanno invece a far parlare direttamente i protagonisti, quegli immigrati sballottati come animali per l'Italia senza alcuna spiegazione e poi infilati in un campo-base che ricorda (parallelo sottolineato nel filmato) quelli tristemente noti per il terremoto in Abruzzo.

Manduria doveva essere però solo una prima tappa di un percorso che doveva portare i clandestini nella loro "terra promessa", la Francia: snodo naturale è diventata quindi la città frontaliera di Ventimiglia, in Liguria, palcoscenico della seconda parte del progetto.
La Francia decise proprio in quell'occasione di bloccare la frontiera, facendo crescere la tensione in una città che dall'essere semplicemente di passaggio stava diventando rifugio. "La Fabbrica dei Clandestini" anche in questo secondo caso approfondisce quanto avvenuto in quei giorni, con uno sciopero della fame indetto dagli immigrati, supportati da attivisti e da associazioni solidali ma ignorati dai media.
Un percorso che si è interrotto improvvisamente, quando il 6 giugno 2011 il centro di accoglienza di Ventimiglia chiuse i battenti, lasciando al proprio destino tutti coloro che erano rimasti senza permesso di soggiorno.

Per non dimenticare, per continuare a domandarsi, per non fermarsi davanti alla fine di un servizio del tg.

22/02/2012, 23:30

Carlo Griseri