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MAGNIFICA PRESENZA - Ozpetek e Germano raccontano il film


Alla proiezione del suo ultimo lavoro, il regista racconta, con il protagonista, le motivazione che lo hanno spinto a fare questo film


MAGNIFICA PRESENZA - Ozpetek e Germano raccontano il film
Paola Minaccioni e Elio Germano in "Magnifica Presenza"
“Lo spunto per la mia storia risale a molti anni fa quando un mio amico mi confidň di aver avvertito strane presenze in un appartamento di un palazzo bombardato durante l’ultima guerra mondiale. Per scoprire poi che in quell’edificio si erano suicidate due donne”.

Non č l’ispirazione dei lavori migliori per Ferzan Ozpetek, regista e sceneggiatore turco, che nel suo nuovo film "Magnifica Presenza", in sala dal 16 marzo in 400 copie, rispolvera tutti gli elementi del suo cinema per raccontare una storia di amicizia e solidarietŕ tra fantasmi, o meglio una compagnia teatrale di fantasmi, l’Apollonio, e un giovane e sensibile pasticciere, Elio Germano, con il sogno di fare l’attore.

“Un gioco di specchi tra passato e presente che si svolge sul confine labile tra finzione e realtŕ, due mondi che spesso si confondono”.
E il regista ci mette un po’ di tutto. Citazioni dai suoi film precedenti, un omaggio al teatro, il classico dramma esistenziale e, non poteva mancare, il caso medico da Grey’s Anatomy.

Il “melting pot”, č un film emotivo piů che narrativo “Sono convinto che l’istinto riesca a vincere le paure piů profonde, sia quelle razionale che irrazionali, e che l’amore dissolva ogni timore del cuore” dice il regista.

Sono stati evocati anche i fantasmi di Bunuel, Visconti, Fellini e soprattutto Pirandello. ”Ho voluto ispirarmi al suo Sei personaggi in Cerca di Autore per descrivere il dramma dei personaggi, le figure misteriose che abitano la casa, di non voler accettare l’idea di abbandonare il palcoscenico della vita”.

Ma a fare la differenza questa volta sembra essere proprio la “magnifica presenza”, per usare le parole del regista, di Elio Germano.
“In tanti anni non ho mai avuto un attore come lui. Lui č straordinario nella vita e nel lavoro. Amo il suo sguardo puro e il suo talento” ha proseguito Ozpetek.

E Germano, che nel film si muove intorno ad un cast ricchissimo, composto da Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini, Margherita Buy, Paola Minaccioni, ricambia con altrettanto entusiasmo. “E’ stato un viaggio bellissimo e finalmente ho interpretato un personaggio diverso, incapace di indossare una maschera ma che preferisce la solitudine per coltivare le proprie passioni. E anche l’attore romano richiama il concetto di finzione pirendelliana. Oggi siamo costretti a nascondere dietro una maschera le nostre emozioni perché perché nella societŕ la fragilitŕ non funziona”.

L’unico personaggio reale del film č l’attrice teatrale Anna Proclemer. ”Non amo i registi, soprattutto quelli teatrali che possono anche sparire e lasciarci liberi di lavorare con i nostri veri partner, il pubblico. Ma il cinema di Ozpetek č diverso, lui si innamora degli attorie e mi sono ritrovata ad amarlo a mia volta”.

Insomma il film si rivela un inno alla bellezza del nostro cinema e del nostro teatro per rivendicare ancora una volta la necessitŕ di proteggere il grande patrimonio culturale dell’Italia. “ Siamo in un paese d’arte, conclude Ozpetek, basterebbe sfruttare tutte le nostre bellezze artistiche per poter vivere alla grande e non fare piů nulla”.

13/03/2012, 14:46

Monica Straniero