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Omaggio a Frezza al Cinema Trevi di Roma


Omaggio a Frezza al Cinema Trevi di Roma
Domenica 20 maggio 2012 la Cineteca Nazionale, al Cinema Trevi di Roma, omaggia Andrea Frezza regista, giornalista e scrittore recentemente scomparso, con una breve rassegna intitolata: “Senza Compromessi. Il Cinema di Andrea Frezza”.

Morto a Vibo Valentia il 29 marzo 2012, dopo una lunga malattia, il regista Andrea Frezza aveva 74 anni, era nato a Laureana di Borrello (Reggio Calabria). Ha pubblicato romanzi e racconti. Ma ancor prima del suo film d’esordio, durante il soggiorno parigino ha frequentato la Cinémathčque Française ed ha lavorato come assistente di Henri Bresson. In Italia, č stato allievo al Centro Sperimentale di Cinematografia e tra il 1963 e il 1964 ha lavorato come assistente di Orson Welles per Il processo.

Giornalista, scrittore e documentarista, era riuscito a creare non poco scalpore con la sua opera d’esordio, "Il gatto selvaggio" (1969) in pieno clima di contestazione. "Il merito maggiore de Il gatto selvaggio era di essere pienamente partecipe del “movimento” non trasformandolo né in astratto mito palingenetico, né in furbesco rito consumabile, ma conservando una pensosa visione dialettica e una misura critica, adottando insomma nei suoi confronti una metodologia materialistica e dialettica. Frezza, infatti, sembrava cogliere acutamente l’irrazionalismo nichilistico (fondamentalmente borghese) come uno dei molti elementi della contestazione; ma al contempo individuava con pari vigore l’elemento di acquietamento “piccolo borghese” della realtŕ “di sinistra” che il suo protagonista cosě spietatamente eliminava", spiegava Lino Micciché.

"Frezza rifiutava il “film” come “prodotto” concluso, “spettacolo” chiuso, “contenitore” di ideologia, “portatore” di messaggi. Il rischio di un film siffatto era principalmente che esso non concedeva assolutamente nulla allo “spettatore”, né un’evasione liberatoria, né una consolazione ideologistica. Era cioč qualcosa che, assai responsabilmente, si sottraeva sia ai vezzi della “commedia all’italiana” sia alle dubbie virtů della “contestazione consumata”. E infatti, contro gli oltre 600 milioni di Escalation e i circa 900 milioni di Grazie zia, Il gatto selvaggio incassň appena 26 milioni. E, punito per troppo rigore, Frezza attende ancora di fare il suo secondo film". Cosě concludeva amaramente Micciché.

In realtŕ il secondo lungometraggio vedrŕ la luce, dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti, nel 1997 "L’Ultimo Bersaglio", incentrato su omicidi con un movente legato all’Olocausto

17/05/2012, 15:33