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LA COMMEDIA NELL'ITALIA CONTEMPORANEA


Il saggio di Ilaria A. De Pascalis pubblicato da Il Castoro nella collana "Italiana"


LA COMMEDIA NELL'ITALIA CONTEMPORANEA
Non č che in tempi precedenti le cose stessero diversamente, tuttavia secondo studi č accertato che negli ultimi vent’anni la commedia č il genere cinematografico che in Italia - nel conciliarsi con il desiderio di intrattenimento del pubblico - ha visto assicurarsi il primato delle produzioni e al box-office.

Nel suo piccolo saggio “Commedia nell’Italia contemporanea”, di recente uscita per l’editrice Il Castoro, Ilaria A. De Pascalis spiega che il genere, oltre a mantenere una connotazione nazional-popolare per eccellenza, “ibrida tutti gli altri” e riesce ad essere largamente rappresentativo degli stili di vita della contemporaneitŕ.

Nel delineare un profilo della commedia italiana, De Pascalis piů volte ritorna sulle sue molteplici articolazioni e sulla vocazione di molte commedie ad investigare e cogliere i tratti dell’ identitŕ nazionale. E proprio sul tema dell’identitŕ (della nuova commedia italiana) che scorre la prima parte del libro, mentre le pagine della seconda si rivolgono all’analisi di otto film.

Oltre alla lettura di "Mediterraneo" (1991) di Gabriele Salvatores, “Tano da Morire” (1997) di Roberta Torre e “Chiedimi se sono felice” di Aldo, Giovanni e Giacomo ci sembra di particolare interesse quella dedicata dalla De Pascalis a “Basilicata coast to coast” (2009).

Sul film di Rocco Papaleo č stato scritto e detto di tutto, ma bisogna soffermarsi sull’opera della De Pascalis, in particolare quando si afferma che il paesaggio costituisce il baricentro, la centralitŕ della pellicola.
Infatti le sequenze “giocano molto sul rapporto tra lo scenario paesaggistico, legato ad una serie di rimandi pittorici, e la collocazione dei protagonisti in uno spazio con cui hanno un rapporto conflittuale, fra appartenenza e rifiuto”. Inoltre i toni leggeri della storia, l’uso della parodia, i tratti pittoreschi agevolano il compito del regista ed attore lucano nel portare sul set elementi della tradizione locale che vogliono “la Basilicata terra di briganti, miseria e natura incontaminata”.

Infine, ci appare pertinente l’intuito della docente dell’Universitŕ di Cassino di collegare “Basilicata coast to coast” alla tesi di Martin Lefebre, secondo il quale in un certo cinema si deve fare la distinzione fra setting, paesaggio e territorio. Il setting inteso come il posto in cui si svolge la trama; il paesaggio riguarda la rappresentazione estetica di un ambiente a cui vien data una particolare rilevanza filmica, mentre nel territorio si puň cogliere “uno spazio visto dall’interno” attinente ad un precipuo “rapporto di appartenenza”.
Dunque setting, paesaggio e territorio sono i tre registri, che piů degli altri, possono aiutarci a leggere la dialettica tra sguardo e natura, cultura e ambiente su cui Rocco Papaleo ha incentrato la sua opera prima.

08/08/2012, 11:00

Mimmo Mastrangelo