Se l'esame per Luigi Lo Cascio era quello relativo al suo esordio alla regia, si può tranquillamente asserire che lo abbia passato, magari non a pienissimi voti, ma passato.
Diverso purtroppo il discorso quando si parla dell'intero progetto "La città ideale", da lui anche ideato, scritto e interpretato.
Michele Grassadonia (Lo Cascio) è un fervente ecologista, trasferitosi da Palermo a Siena perché la ritiene la "città ideale" (concetto mai spiegato chiaramente nel film). Da quasi un anno sta portando avanti un esperimento nel suo appartamento: riuscire a vivere in piena autosufficienza, senza dover ricorrere all’acqua corrente o all’energia elettrica. Una notte, però, si troverà protagonista involontario di una serie di incidenti...
Un'idea interessante che però non viene altrettanto ben sviluppata, perdendosi in dialoghi poco verosimili - specie quelli fondamentali che hanno a che fare con la polizia - e
ingarbugliata da troppi risvolti che si rivelano essere poi inutili ai fini del plot (l'ecologia estrema, la bella ragazza e i suoi rapporti con la madre, la storia misteriosa del debito paterno...).
Anche l'interpretazione del regista/protagonista risulta un po' troppo monocorde, mentre sono da segnalare in positivo i quadretti "familiari", con la simpatica presenza della vera madre di Lo Cascio, Aida Burruano, e i divertenti dialoghi affidati all'avvocato Luigi Maria Burruano.
Poco, però, per un'opera da cui ci si aspettava sicuramente di più.
30/08/2012, 16:13
Carlo Griseri