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OSCAR ITALIANI - Le nomination italiane agli Academy Awards


"Cesare deve morire" di Paolo e Vittorio Taviani è il film scelto dall'Italia per la competizione di quest'anno, ma quali sono stati negli anni i titoli tricolore candidati? E quali i nostri "successi"? Da troppo tempo il cinema del nostro paese manca l'appuntamento con la "cinquina" dei nominati: il 2013 sarà l'anno buono?


OSCAR ITALIANI - Le nomination italiane agli Academy Awards
Nella storia degli Academy Awards (o più semplicemente Oscar, come siamo abituati a chiamarli nel nostro paese) l'Italia è il paese di lingua non inglese che ha saputo raccogliere il maggior numero di statuette (13, di cui 3 premi speciali), e il secondo nella graduatoria assoluta delle nomination (27, dietro la Francia con ben 36).

Un passato glorioso che però negli ultimi anni la nostra cinematografia non ha saputo confermare: colpa del "sistema" che attraversa un periodo di crisi o della scelta effettuata del titolo da sottoporre al vaglio dell'Academy (ricordiamo che ogni paese sceglie un film da presentare)?

Di sicuri ci sono i fatti: risale al 2006 con "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini l'ultima presenza nella cinquina. Prima si passa al 1999, anno trionfale de "La vita è bella" di Roberto Benigni, preceduto a sua volta dalla nomination del 1996 de "L'uomo delle stelle" di Giuseppe Tornatore.

L'ultimo momento di grande vitalità in questo senso del nostro cinema sono stati gli anni tra il 1988 e il 1992: due statuette e quattro nomination in cinque edizioni, con i trionfi di "Nuovo cinema paradiso" (ancora Tornatore) e di "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores, e le nomine di "Porte aperte" di Gianni Amelio e di "La famiglia" di Ettore Scola.

Evitando le sterili e ripetute polemiche di ogni anno sulla scelta del film, vediamo quali sono stati negli ultimi tempi i titoli proposti e "scartati" dagli americani: nel 2011 si provò con "Terraferma" di Emanuele Crialese (chiamato a rappresentarci anche nel 2006 con "Nuovomondo"), mentre nel 2010 toccò a Paolo Virzì e al suo "La prima cosa bella".

Per ben due volte negli ultimi anni ci ha provato ancora Giuseppe Tornatore, senza fortuna con "La sconosciuta" e con "Baarìa". Si pensava potesse avere serie chance Matteo Garrone con "Gomorra", e forse quel flop è stato il motivo per cui i fratelli Taviani sono stati preferiti al suo "Reality" quest'anno.

Interessanti ma non fortunate le proposte di inizio anni 2000: "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, "La stanza del figlio" di Nanni Moretti, "Io non ho paura" di Gabriele Salvatores e "Le chiavi di casa" di Gianni Amelio. Con "Pinocchio" di Benigni invece si sperava nella fama della storia e del suo regista, ma non è andata bene.

In bocca al lupo a Paolo e Vittorio Taviani.

28/09/2012, 10:30

Carlo Griseri